Festa a Radiolina: «Deve giocare soltanto chi crede nel Cagliari, fuori chi pensa ad altro»
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Festa a Radiolina: «Deve giocare soltanto chi crede nel Cagliari, fuori chi pensa ad altro»

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Gianluca Festa, ex tecnico del Cagliari, parla a Radiolina ospite del programma “Il Cagliari in diretta”. Le sue parole

Gianluca Festa, ex giocatore e tecnico del Cagliari, parla a Radiolina ospite del programma “Il Cagliari in diretta”. Le sue dichiarazioni.

GRECIA – «Siamo ai playout, il campionato è finito. Adesso dobbiamo vincere almeno tre partite su cinque per essere salvi. Conduco una squadra storica, un po’ come il Cagliari. I ragazzi stanno rispondendo molto bene, quando sono arrivato la squadra era completamente senza speranza».

LA DIFESA DEL CAGLIARI – «Chi mi piace? Il Cagliari ha dei buoni giocatori, non sta lavorando benissimo di reparto, ho visto delle cose non bellissime. Ceppitelli è un giocatore che ha sempre dimostrato di fare bene. Godin è di grande esperienza, ci si aspettava si più da lui. L’ideale sarebbe avere un centrale forte e due laterali rapidi. Il Cagliari ha qualche problema nell’identificazione dei ruoli, c’è qualche equivoco, vediamo Lykogiannis e Marin».

IL CAGLIARI IN LOTTA – «Sono sempre stato un tifoso del Cagliari e ora che sono lontano la mancanza si fa sentire. Sono molto triste della sua situazione, anche io sono nella stessa barca: si deve lavorare sulla testa, si deve essere concentrati, la priorità è il Cagliari, può cambiare la stagione calcistica ma lo stesso futuro dei giocatori. Il Cagliari si può salvare solo se si dimostra squadra, non bastano i singoli, a costo di mettere da parte le grandi personalità. Ci si è accorti troppo tardi della situazione critica, abbiamo sottovalutato il tutto. Ora dobbiamo stare tranquilli, i tifosi devono sostenere la squadra. Il Cagliari è il Cagliari».

BELLE PAROLE MA… – «Io ho grandissimo rispetto per l’allenatore e i giocatori ma è arrivato il momento di dare il massimo. Bisogna lavorare come squadra, è l’unico modo per dire fuori qualcosa. Il Cagliari ha ancora la possibilità di salvarsi, mancano nove partite, bisogna crederci, evitare le critiche e ritrovare la gioia di giocare a calcio».

INTER-CAGLIARI – «Si va a giocare contro la prima in classifica, contro quella che viene da dieci vittorie di seguito, con un calcio non bellissimo ma redditizio. Probabilmente non si prenderanno punti ma è importante giocare questa partita con grande grinta, potrebbe essere l’occasione per catapultarsi alla partita successiva con la consapevolezza di potercela fare».

BARELLA, ALLIEVO DI FESTA – «Barella a Como? È stato un caso. Gli consigliai di fare un’esperienza in Serie B visto che non stava giocando nel Cagliari. La sua risposta, la sua grandissima voglia di giocare lo spinse a dirmi di sì. Nicolò dimostrò di avere grande personalità, grandi valori, durante gli allenamenti dovevo fermarlo perché correva sempre. In questi anni è migliorato tantissimo, è diventato un grandissimo campione. È un ragazzo della nostra terra, che ci ha creduto e dimostra ogni giorni di essere uno dei più forti di tutti. Lui ha fatto tesoro delle esperienze precedenti, aveva già da piccolo quell’arroganza giusta che l’ha fatto diventare importante da subito».

COSA È SUCCESSO AL CAGLIARI? – «Secondo me il Cagliari non ha preso i giocatori giusti per il modulo di Di Francesco, troppi equivoci sulle posizioni e sui ruoli dei singoli, Lykogiannis per me non è un terzino sinistro. Calciatori difficili da amalgamare. Si dovevano fare delle scelte coraggiose, a costo di mettere fuori quelli più importanti. Cosa fare ora? È difficile pensare cosa fare quando non li si vede da vicino, deve giocare chi ci crede, chi pensa soltanto alla causa non ad altre cose, non a cosa fare l’anno prossimo. Chi è più motivato e può fare qualcosa in più può fare la differenza. Siamo in guerra e in guerra vale tutto, si deve andare oltre la paura. L’allenatore deve far saper vivere bene la partita, il momento, senza troppe pressioni, eliminando ciò che non serve alla prestazione. Bisogna andare sul concreto, sul prender punti».

ROG – «La perdita di Rog è stata devastante per il Cagliari anche perché non è stato sostituito in maniera adeguata».

IL CAGLIARI HA UN’ANIMA? – «Assolutamente sì, io ci credo. Si deve andare a Milano senza paura. Ce la siamo giocata bene con l’Inter? Allora giochiamo con la stessa intensità con tutte le altre».

FESTA AL CAGLIARI? – «La mia testa per il momento non va al di là della partita di sabato della mia squadra. Il mio sogno è tornare a Cagliari ma sono consapevole di dover fare tanta gavetta, ancora tanta strada come allenatore».

RICORDO ROSSOBLÙ – «Troppi, tanti. Gli anni con Ranieri dalla C alla A, esperienza meravigliosa. Sono stati gli anni più belli della mia vita, eravamo una cosa sola con i tifosi».

 

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