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Gallus: «Per festeggiare il Cagliari porto il Museo Rossoblu a casa dei tifosi» – ESCLUSIVA

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A tu per tu con Simone Gallus, ideatore e direttore del Museo Rossoblu. Un viaggio nella memoria del Cagliari fra maglie, scarpini e memorabilia

Nel periodo a cavallo fra il cinquantesimo anniversario dello Scudetto e il centenario del Cagliari, il Museo Rossoblu avrebbe visto accorrere appassionati da ogni dove. Purtroppo il periodo storico non permette di visitarlo in questi giorni, dunque incontriamo il su direttore Simone Gallus per una “visita a distanza”. Ideatore dell’esposizione sita a Quartu Sant’Elena, via Armando Diaz 77, Simone ci racconta come cerca di portare il Museo a casa dei tifosi grazie alla tecnologia.

Simone, prima che scattasse l’emergenza stavi preparandoti per le celebrazioni?
«C’erano tanti programmi in calendario fra aprile e maggio, ma per i motivi che tutti conosciamo si è dovuto rinunciare. Per portare il Museo a casa dei tifosi, il 12 aprile ho realizzato e trasmesso dei video dedicati naturalmente allo Scudetto. Attraverso la pagina Facebook del Museo Rossoblu provo a soddisfare la voglia di immergersi nei cimeli. Ho voluto proporre ovviamente le maglie del 69/70, ma anche oggetti particolari come i tappi della birra Karamalz. Era il 1971, sotto i tappi era impresso il volto di un calciatore: nella mia collezione non poteva mancare l’intera formazione del Cagliari anche in quella singolare forma»

Ogni oggetto ha una sua storia, all’interno di una collezione 
«Sicuramente, a volte una storia nella storia. Mi viene in mente una maglia di Angelo Domenghini dell’anno dello Scudetto. Decenni dopo quel 12 aprile, dei ragazzi di un’associazione hanno trovato in un teatro di Bari una cornice con dentro ciò che sembrava un bavaglino bianco bordato di rossoblù. Aprendo il quadro e spiegando il tessuto si sono trovati davanti alla maglia, mi hanno contattato e adesso la casacca si trova nel museo. Ho conservato anche la cornice in questione, perché sul vetro è rimasta impressa come in un negativo fotografico la sagoma dello stemma del Cagliari»

L’INTERVISTA COMPLETA NELLA PUNTATA DI CASA CAGLIARINEWS24

Dicevi che non ci sono solo le maglie
«Quando si parla di calcio viene subito in mente la maglia, ma a me piace andare anche oltre con fotografie e altri oggetti. Penso ad esempio alle medaglie donate dal Milan al Cagliari fresco del tricolore. Tutti hanno amato e amano quel Cagliari, non c’è collezione calcistica in giro per il mondo che non abbia almeno un pezzo rossoblù»

Ammirando la tua collezione colpiscono anche alcuni oggetti veramente antichi
«Mi affascina la storia del calcio, sono sempre andato a cercare pezzi risalenti agli albori del calcio. Questo naturalmente mi ha portato anche in Inghilterra, c’è una sezione del museo dedicata proprio a palloni e scarpini dei primissimi del Novecento. Si tratta di oggetti diversissimi dagli attrezzi di oggi, basti pensare ai palloni in cuoio che avevano per camera d’aria una vescica di maiale. O agli scarpini con i tacchetti da inserire a forza di chiodi prima di ogni partita»

Il tuo Museo Rossoblu ha fatto anche da location per lo speciale di Federico Buffa su Gigi Riva
«Devo dire che ho assistito al dietro le quinte apprezzando la grande professionalità di tutta una troupe che ha trasformato il Museo in un set cinematografico. Buffa mi ha fatto i complimenti per le maglie e poi si è letteralmente immerso nell’immaginario rossoblù. Ha camminato per ore fra le corsie continuando a ripetere fra sé i soprannomi sardi dei calciatori che scopriva scavando nella storia»

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