2014

Giulini: «Cagliari nazionale della Sardegna»

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A quattro mesi dal suo insediamento Tommaso Giulini, il presidente più giovane della Serie A, si gode il suo Cagliari tra tanti progetti, anche se l’avvio di stagione non è stato certo esaltante. Ma il patron del club sardo resta fiducioso: «In sincerità non mi aspettavo questi stop, come a Verona. Abbiamo affrontato squadre al nostro livello. Ci mancano dei punti, ma sono soddisfatto. Non a caso Arrigo Sacchi ha giudicato il primo tempo di Verona-Cagliari come il più bello visto sinora in questo torneo. La squadra ha già fatto delle buone gare. L’unico dispiacere viene dalle sconfitte al Sant’Elia che, in prospettiva, deve diventare un fortino: come per il Bastia o per l’Athletic Bilbao. Attacco? Ho fiducia, il lavoro di Zeman darà presto i suoi frutti anche sotto questo aspetto. In primavera ci divertiremo. L’Ibarbo di San Siro era incontenibile, se gli riesce più spesso…», ha dichiarato Giulini ai microfoni de La Gazzetta dello Sport.

E proprio in merito all’attaccante: «Il colombiano è un talento da grande club. In estate abbiamo rifiutato 12 milioni, anche perché avevamo appena dovuto rinunciare ad Astori. Ora con Zeman può fare ancora meglio. Peccato abbia perso Nainggolan. Ce lo stiamo godendo ancora con la maglia della Roma. E comunque abbiamo ancora la comproprietà del suo cartellino. Magari Radja farà gol anche in Champions League: vediamo. Parleremo con la Roma. Magari spunta qualcun altro».

La presentazione della sfida contro la Sampdoria è l’occasione anche per svelare qualche retroscena e parlare del rapporto con Zdenek Zeman: «Do atto a Mihajlovic del suo eccellente lavoro. La Samp non ha valori superiori ai nostri, ma il serbo è un grandissimo motivatore ed è sempre di parola: un aspetto che i calciatori apprezzano molto. Non a caso per il dopo-Mourinho mi permisi di consigliare lui o Simeone a Massimo Moratti. Poi arrivò Benitez. Attenzione, però, io Zeman non lo cambierei con nessuno. Il rapporto con un allenatore è sempre teso a far conciliare le sue esigenze con quelle del club. Lui non è di molte parole, lo sapete. Un po’ pesa anche la differenza d’età, ma abbiano cominciato a giocare a golf insieme e ciò ci sta aiutando molto a dialogare».

Giulini ha parlato poi della scelta di entrare nel calcio, dei progetti e del rapporto con l’ex presidente dell’Inter, Massimo Moratti: «È il mio modo per essere vicino a una terra che vive un momento difficile. Anche la mia azienda, la Fluorsid, è in una fase di consolidamento dopo anni di investimenti. Serve una scossa in tutto, anche nel calcio. La mia ambizione è che il Cagliari diventi la nazionale di una regione che deve farsi conoscere nel mondo non solo per le sue bellezze naturali. Solo 4000 abbonamenti? Non so spiegarmi il perché. Preferisco rinviare il giudizio di un anno. Intanto ci stiamo dando da fare per portare la capienza a 16.000 spettatori. L’obiettivo è di completare i lavori entro il 29 ottobre, per la gara con il Milan. Intanto abbiamo raggiunto l’intesa per restare al Sant’Elia per altri tre anni. E non era un risultato scontato… Il nuovo stadio? E’ uno dei cardini del nostro progetto. Prima voglio vedere se ci saranno imprenditori interessati a questa nuova sfida. Moratti? Ci ha accomunato la passione per l’Inter. Spero solo che con il tempo si affezioni anche lui al Cagliari: del resto anche lui è legato a questa terra. Massimo Moratti ha passione e un rapporto speciale con l’ambiente. Io spero di essere più razionale».

Infine, sul vivaio del Cagliari e il progetto “verde”: «Il nostro vivaio è già ricco di talenti. Mi fa piacere, ad esempio, che Piredda a Terni sia già diventato importante. Ma occhio anche a Barella, un talento di cui sentirete parlare. Per lui garantisce Gianfranco Matteoli, una bandiera per tutti i sardi, che in questi anni ha plasmato lui e tanti altri. E in attacco puntiamo molto su Caio Rangel».

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