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Giulini duro con la squadra: «Facciamo ridere da tre mesi»
Il presidente del Cagliari Tommaso Giulini si è sfogato per gli ultimi tre mesi della squadra senza vittorie durante la conferenza di presentazione di Zenga
Duro e senza giri di parole: «Facciamo ridere da tre mesi». Così il presidente Tommaso Giulini durante la conferenza di presentazione di Walter Zenga nella sala stampa della Sardegna Arena. Ed effettivamente negli ultimi tre mesi il Cagliari non ha raccolto neanche una vittoria, iniziando nel peggiore dei modi il 2020, l’anno del Centenario del club. Deluso e amareggiato per la situazione, Giulini non ha risparmiato la squadra per il periodo nero, iniziato dal 2-2 di Lecce: «Il mio stato d’animo oggi è quello di chi vuole tornare a vincere. Ci mancano delle vittorie per salvarci, ma mi preme anche che salviamo la faccia perché da tre mesi facciamo ridere. In campo e fuori ci sono stati alcuni atteggiamenti sbagliati. Dico che abbiamo fatto ridere perché quando si perde è colpa di tutto il club dai giocatori a me. Piano piano da Lecce in poi non siamo più stati meravigliosi come prima. Ora è giusto fare mea culpa, il Cagliari e questa rosa non sono quelli degli ultimi 3 mesi. La scelta di Carli di chiamare Zenga ovviamente mi ha convinto in pieno».
RIPARTIAMO DA ZERO – Il presidente ha poi rincarato la dose: «Ai giocatori oggi ho espresso la mia delusione, amo questa rosa che nelle prime 15 giornate ha dimostrato il suo valore. Oggi gli ho fatto capire che sono incazzato per gli episodi degli ultimi 3 mesi. Voglio che la squadra torni a essere ignorante e spavalda. Ripartiamo da zero, inizia una nuova stagione. Dopo le sconfitte con Genoa e Napoli ho sentito Carli e abbiamo pensato alla possibilità di cambiare, ma volevamo dare a Maran la possibilità di una svolta. Siamo reduci da partite insipide, evidentemente lo sono stati anche gli allenamenti delle ultime settimane».
EUROPA – Rimandati, almeno per il momento, i sogni di un’eventuale qualificazione europea: «Per l’Europa ci sono squadre più attrezzate, ma non pensiamo a dove possiamo arrivare in classifica. Ragioniamo partita per partita, non è un modo di dire».