2015
Giulini suona la carica: «Non mollo: Cagliari, alza la testa!»
Non ha alcuna intenzione di mollare, sebbene il primo anno di gestione del Cagliari stia rivelando difficoltà che vanno ben oltre le iniziali aspettative: Tommaso Giulini resta al timone della squadra sarda, attualmente in ritiro. «Non mollo. Ma voglio da tutti una piccola grande rivoluzione. Dopo la vittoria dell’Atalanta salvarci è diventato difficile, ma non abbiamo nulla da perdere. Voglio una squadra spensierata che dia tutto», ha dichiarato il patron ai microfoni de La Gazzetta dello Sport.
Il presidente ha poi analizzato la crisi della squadra: «Siamo psicologicamente fragili. Smettiamo di giocare, commettiamo errori banali alle prime difficoltà. Ma il momento degli alibi è finito, voglio vedere un altro calcio. A Genova, dopo i tre legni colpiti, non c’eravamo più con la testa. Pensiamo di essere sfigati e usciamo dalla gara. Il rosso a Niang non c’era, Russo e Guida hanno arbitrato bene. E hanno graziato due volte Dessena. Abbiamo proposto calcio offensivo. Ma giochiamo con troppa paura, scarsa lucidità, poca convinzione nei nostri mezzi e nel gioco di squadra chiesto da Zeman. Manca la mentalità vincente e assistiamo a pause e personalismi. Quando vedo Sau ed Ekdal, tra i nostri più forti, sbagliare stop facili, capisco che la pressione è alle stelle».
Giulini, però, non scappa e si prende anzi le sue responsabilità: «È bene che tutti riflettano sui propri errori. Io imparerò da certe decisioni mal ponderate che ho preso ma qui, dentro e fuori dal campo, tutti ragionino allo stesso modo. Chi non ci sta si tiri fuori subito. Questo è il momento buono per ripartire, non abbiamo più nulla da perdere, se non la faccia. Va rigenerata la forza interiore del gruppo che servirà, se non altro, a girare a testa alta per le vie di Cagliari e impostare un futuro da squadra vera in qualsiasi categoria dalla quale ripartiremo. I giocatori onorino con serenità e lucidità la maglia che indossano. Arriva il Napoli, una sfida molto sentita dai nostri tifosi, che non meritano le recenti delusioni».
Il presidente del Cagliari si rivolge poi ai tifosi e a tutto l’ambiente sardo: «La squadra ha un enorme valore sociale per i cagliaritani e i molti sardi sparsi nel mondo. La situazione attuale ci responsabilizza sempre più: siamo legati alla Sardegna, mio padre ha fondato la Mineraria Silius e la Fluorsid che dà lavoro a 250 famiglie. Questa terra merita tanto, per questo stiamo allestendo una società giovane, trasparente e affidabile. Gli obiettivi non cambiano e ho una voglia ancora più forte di costruire un grande Cagliari».
E il progetto per un grande Cagliari passa inevitabilmente dall’attenzione al settore giovanile: «Abbiamo creato l’Academy, che sposa identità territoriale e una rete di club affiliati e centri di formazione, per far emergere i giovani talenti in un ambiente supportato da CagliariLab senza il trasferimento dei più promettenti ad Asseminello. Più avanti saranno ospiti nelle nostre strutture per il programma Advanced, supportati per lo studio e monitorati da tecnici, tutor e psicologi. Beretta ha visto le strutture e si è reso conto del percorso e delle realtà locali. Ha esperienze in Serie A e Serie B, e in grandi settori giovanili. Ci dobbiamo risentire, ma la direzione è questa».