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Goldaniga: «Eravamo tutti convinti di farcela, il destino ci ha aiutati»

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Ha parlato il difensore del Cagliari Edoardo Goldaniga: ecco le dichiarazioni del giocatore rossoblù

Un arrivo in un periodo particolare culminato con la retrocessione, ma ora è tutta un’altra solfa. Edoardo Goldaniga sta vivendo uno dei periodi più belli della sua carriera, così come tutti i giocatori di questo Cagliari. La squadra di mister Claudio Ranieri sta festeggiando la promozione in Serie A raggiunta nell’ultima giornata contro il Bari. Ecco le dichiarazioni di Goldaniga rilasciate presso i microfoni di Sky Sport e riportate dal sito ufficiale del Cagliari.

DELUSIONE – «L’anno scorso è stata la delusione più grande della mia carriera. Quest’anno abbiamo avuto la possibilità di dimenticarci di quella sera, che era stata una mazzata per tutti. Abbiamo avuto bisogno dell’ultima partita possibile per tornare in Serie A ma è stata un’emozione indescrivibile»

BARI – «Abbiamo preparato benissimo la partita in quei pochi giorni a disposizione. Siamo arrivati a Bari con un pareggio colto in extremis dall’avversario, che pure aveva giocato molto bene. Questa cosa però ci ha caricato, eravamo convinti di poter fare una gran partita. Il giorno prima abbiamo fatto una riunione soltanto tra noi giocatori e ci siamo detti ciò che ognuno di noi si voleva sentire dire. Eravamo tutti convinti di farcela. Più passava il tempo e più la paura dentro di me c’era, devo dirlo. Però il destino ci ha aiutato e ha voluto premiarci, con Zappa che ha fatto una grandissima giocata, poi quella palla in area per Pavoletti che può essere molto fastidioso. Ha preso il tempo al difensore e l’ha buttata dentro da grande attaccante qual è»

IMPREVISTI – «Non è stato per nulla semplice, perché è stata un’annata difficile, abbiamo avuto tanti infortuni. Io ho avuto problemi con il crociato, Mancosu diversi stop, Pavoletti fuori quattro mesi, Rog ha avuto i suoi problemi, Viola fuori tanto tempo. Non è andato tutto alla perfezione, ma la perfezione è stata nell’epilogo. La spaccata di Pavoletti è l’immagine più bella. Voglio godermi questi momenti perché abbiamo fatto qualcosa di incredibile. Passare dalla disperazione a una gioia così grande è stato bellissimo»

RANIERI – «Mister Ranieri non ha bisogno di presentazioni. Non lo conoscevo personalmente, ma è stata una grande sorpresa. È una persona d’altri tempi, ma ha una fame da esordiente. Lui è sempre stato sul pezzo, ci ha caricato sin dal primo giorno e ci ha trasmesso subito le sue idee. Noi come gruppo abbiamo provato a seguire sin da subito le sue istruzioni, anche perché con un maestro del genere davanti devi solo provare a imparare qualsiasi cosa faccia. È stata una grande emozione vivere tutto questo con lui»

ATTACCO – «Gianluca e i nostri attaccanti hanno fatto un grande campionato, ma da quando è arrivato mister Ranieri abbiamo perso solo due partite e siamo stati la seconda o terza miglior difesa del campionato. Quindi direi che abbiamo fatto veramente bene»

COMPAGNI – «Gianluca è un fratello. Eravamo sempre insieme anche fuori dal campo, non lo conoscevo prima che arrivasse ma abbiamo creato un rapporto incredibile. Lui spingeva gli altri, non con le parole ma con i fatti. Lui alle 8 si presentava in palestra quando ancora nessuno c’era, ha sempre provato a far capire quanto contasse seguire una vita sana e quanto contasse voler arrivare all’obiettivo. Ha trasmesso la sua voglia a tutto il gruppo. È stato un leader dentro il campo e dentro lo spogliatoio, i suoi fatti ci hanno dato la spinta. Radunovic lo conoscevo già, l’anno scorso avevo avuto l’opportunità di vederlo in allenamento e in campo. Non è un ragazzo di molte parole, ma con i fatti ha dimostrato sempre di esserci. Ha avuto una crescita esponenziale, ci ha salvato tante volte ed è un portiere che può ambire a importanti palcoscenici. Perché ha struttura, ha piede, ha personalità. Speriamo di tenercelo comunque stretto noi»

SARDEGNA – «L’anno scorso c’è stata una grossa delusione, ma anche grazie a ragazzi come Aresti, che ha la Sardegna tatuata sulla pelle, ci hanno trasmesso questa voglia di tornare e di ridare tutto a questa Terra. Sapevamo l’importanza che hanno loro in campo e siamo contenti di aver fatto felice un intero popolo. La maglietta celebrativa? Me la terrò stretta insieme alla medaglia, sono momenti che voglio ricordare anche così»

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