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Grassi, dall’ombra all’essere provvidenziale. Così il numero 27 ha conquistato il Cagliari
Dall’ombra all’essere fondamentale e provvidenziale: così Alberto Grassi ha conquistato il Cagliari
Arrivato in Sardegna con ben pochi squilli di tromba, Alberto Grassi, fortemente voluto da Leonardo Semplici durante il mercato estivo per rinforzare il centrocampo rossoblù, ha riscontrato non pochi problemi nel ritagliarsi il suo spazio in un reparto in cui le gerarchie, fatte di nomi più o meno importanti, sembrano inizialmente inscalfibili e immodificabili.
La sua condizione fisica ha destato molti dubbi, soprattutto dopo l’approdo di Walter Mazzarri sulla panchina rossoblù. Il tecnico, viste però le prestazioni poco soddisfacenti di Kevin Strootman e quelle altalenanti di Alessandro Deiola, ha dovuto fare di necessità virtù e ricorrere alla sua esperienza. Forgiandolo secondo il suo credo calcistico, dandogli tanta fiducia e puntando soprattutto sulla sua voglia di riscatto, Mazzarri ha dato il via alla metamorfosi di Alberto Grassi.
Il momento no del Cagliari non ha intimorito il numero 27 che, al contrario, ha approfittato di ogni partita, delle caratteristiche di ogni avversario che andava a incontrare per migliorare e crescere non solo dal punto di vista tecnico ma anche da quello caratteriale.
L’attenzione, in una partita di calcio, il più delle volte, si concentra sulle prestazioni dei difensori, degli attaccanti ma con uno sguardo più clinico si potrebbe notare un Grassi che, con i suoi 1757 minuti giocati e le sue 25 presenze, si muove ora con tranquillità, non più nell’ombra ma nella luce: è lui, da titolare inamovibile con due assist all’attivo a dettare i tempi della squadra, è lui che il più delle volte si occupa, come scritto oggi su L’Unione Sarda, di risolvere alcune situazioni rognose, è lui che «anche quando sembra trotterellare sul campo, ha sempre la situazione sotto controllo».