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Gravina: «Auspichiamo deadline al 30 luglio. Necessari interventi legislativi»
Gabriele Gravina, presidente della FIGC, ha ribadito la necessità di unire le componenti del calcio italiano e chiesto pubblicamente un aiuto legislativo al Governo
Gabriele Gravina non si rassegna. Il numero uno della FIGC continua il suo lavoro per tracciare una strategia che permetta al calcio italiano di terminare i suoi campionati. Il presidente federale, intervistato da Sky Sport, ha chiesto ancora una volta unità a tutte le parti in causa: «Oggi è il momento di abbandonare le polemiche e restare uniti. Noi ci siamo già attivati con la FIFA, che ha già organizzato una task force per rivedere i termini di prolungamenti dei contratti nel caso in cui dovessimo sforare la scadenza del 30 giugno. Oggi la deadline è del 30 giugno, ma siamo in attesa di comunicazioni da parte dell’UEFA e della FIFA che si sta impegnando per trovare una soluzione per tutte le federazioni. Per noi l’ideale è imporre una deadline intorno al 30 luglio, con partenza entro il mese di maggio. Dobbiamo comunque attenerci al rispetto delle ordinanze che ci arrivano dalle massime autorità. Se non si potesse andare oltre il 30 giugno faremo una serie di riflessioni per salvare il valore della competizione sportiva che è stata raggiunta sul campo. È un’ipotesi a cui non abbiamo ancora dato attenzione. Seppur in un momento di difficoltà, io resto ottimista».
VERDETTI – Sullo sfondo rimane il rischio di non poter portare a termine la stagione calcistica. In quel caso ci sarebbero da risolvere le questioni relative ai verdetti, dal titolo di Campione d’Italia alle qualificazioni in Europa, sino alle retrocessioni: «La possibile assegnazione del titolo? Ne parleremo in Consiglio Federale. Il calcio italiano non vive solo sull’assegnazione dello scudetto. Ci sono tanti tornei, vanno assegnati i posti in Europa, le promozioni, le retrocessioni. Io sono in costante contatto con la FIFA e l’UEFA, sono convinto che daranno un’indicazione univoca su come proseguire i campionati. Serie A a 22 squadre? Con il campionato che parte in ritardo e che dovrà contenere meno partite per arrivare pronti all’Europeo diventerebbe una situazione ingestibile».
SOLUZIONI – In contatto con FIFA e UEFA ma anche con il Governo. L’obiettivo è ottenere la revisione di alcune leggi per ridurre le perdite della crisi: «Non chiediamo soldi allo Stato, ma lo snellimento e la revisione di alcune norme che oggi impediscono lo sviluppo del calcio e che generano una serie di processi negativi per l’intero mondo dello sport. La legge sugli stadi o la pubblicità sul betting sono alcuni dei punti su cui stiamo ragionando, ma ce ne sono altre. Ad esempio l’istituzione di un fondo salva calcio a cui la Federazione e la Fifa hanno espresso la volontà di partecipare, e lo stesso hanno fatto anche i calciatori: quest’ultima ad alcuni appare una categoria ostile a quella che è l’emergenza di oggi, invece loro hanno mostrato grande solidarietà».