2014

Hellas Verona-Cagliari, promossi e bocciati. Rossoblù puniti da un episodio, ma quante occasioni sprecate!

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Il risveglio è amaro per il Cagliari all’indomani della sconfitta di misura rimediata nel confronto del Bentegodi con l’Hellas Verona grazie al ‘jolly’ dalla distanza pescato da Tachtsidis, pupillo di Zeman ai tempi della Roma, quasi allo scadere. Amarezza per una gara decisa da un episodio proprio quando per i rossoblù sembrava materializzarsi all’orizzonte un pareggio che tutto sommato sarebbe stato il risultato più giusto per quanto visto in campo. Una gara dai due volti quella disputata da Cossu e compagni: nel primo tempo, partenza forte e Cagliari all’attacco sin dai primi minuti, pallino del gioco costantemente in mano e tante occasioni da rete non concretizzate; nella ripresa, complice la crescita degli avversari, squadra troppo bassa e incapace di far male in contropiede, sostituzioni inefficaci e gol subito quando ormai il tempo (ma anche la lucidità e le idee) era scaduto.

 

BOCCIATI – Dopo la grande prestazione di San Siro, nella quale aveva fatto impazzire i difensori avversari, ci si aspettava una prova di maturità da parte di Victor Ibarbo. Il colombiano parte forte in avvio, dove nei primi cinque minuti si ritrova, prima sulla testa e poi sul piede, due occasioni per portare in vantaggio i suoi che non riesce a sfruttare a dovere, confermando ancora una volta la poca cattiveria sotto porta già vista in diverse occasioni nelle precedenti stagioni. La  partenza incoraggiante lascia però presto il posto a una prestazione indolente (altro peccato ricorrente): si intestardisce con il pallone tra i piedi, salta spesso la posizione finendo per pestare i piedi a Cossu e non riesce a finalizzare al meglio le ripartenze. L’obiettivo di Zeman è quello di inculcargli la mentalità da attaccante di razza, ma per il momento i black out sono ancora troppo frequenti per attendersi quanto intravisto a sprazzi.

 

Altra nota dolente della giornata sono le sostituzioni. Nella ripresa Zeman ha provato a cambiare la squadra con l’inserimento di Longo, Farias e Joao Pedro, ma il loro ingresso in campo non ha dato i frutti sperati. Certo, per come si era messa la partita nella fase centrale della ripresa, i tre non hanno alcuna responsabilità particolare sulla sconfitta: Longo non è riuscito a far salire la squadra, compito peraltro fallito anche da Sau, mentre Farias ha provato il guizzo in avanti ma senza trovare la soluzione giusta. Joao Pedro, stavolta nel ruolo di interno destro al posto di Dessena, ha provato a tenere la posizione e a dare protezione alla difesa, anche se forse è in ritardo sulla chiusura in occasione del gol gialloblù. Inizia però a serpeggiare l’idea che alcune scelte effettuate in fase di mercato non siano state azzeccate: le alternative non sembrano all’altezza della situazione, soprattutto a centrocampo, dove si paga una carenza non solo tecnica ma anche numerica, a maggior ragione se queste vengono bocciate dallo stesso tecnico (Benedetti, Capello, Donsah: chi li ha visti?).

 

PROMOSSI – Tra le note positive della sfida del Bentegodi c’è certamente la prova di Lorenzo Crisetig. Dopo la prestazione di San Siro, il centrocampista scuola Inter ha sfoderato anche ieri un’ottima prova nel ruolo  di regista davanti alla difesa: tanta personalità, geometrie, cambi di gioco e tiro dalla distanza. Il calo nel finale è collettivo, ma il Cagliari potrebbe aver trovato l’erede di Capitan Conti per i prossimi anni se in estate verrà riscattato. D’altronde, i margini di miglioramento sono ancora tanti, ma la domanda è lecita: con il rientro del Capitano, tornerà a fare l’interno, ruolo nel quale non sembra avere il passo adeguato?

 

Nel complesso la squadra ha disputato una buona prova. Bene anche Dessena, che ha dato sostanza in mezzo al campo e ha trovato i tempi giusti per gli inserimenti in avanti, e l’ormai solito Cossu, instancabile a sinistra. Cragno ha confermato quanto di buono visto nelle precedenti uscite salvando il risultato in due circostanze con degli interventi prodigiosi e i due centrali non hanno corso grossi pericoli. Peccato solo per non averla buttata dentro. 

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