2014

I giocatori passano, i colori e Gigi Riva no

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Può un giocatore ritirato da quasi 40 anni fare ancora la storia? Sì. Se ti chiami Gigi Riva.

In un calcio in cui le bandiere non esistono più, o quasi, la scelta di Rombo di Tuono continua a rivelarsi unica. Davide Astori, colui che rifiutò i milioni dei russi, è partito, direzione Roma. Ormai l’atto d’amore verso la società d’appartenenza non è più il restare a vita, ma vendersi bene. E così ha fatto Davide, rinnovando il contratto e permettendo al Cagliari di venderlo al giusto prezzo. Un’ottima operazione di mercato da parte del presidente Tommaso Giulini e del direttore sportivo Francesco Marroccu che conferma come nel calcio non c’è più spazio per i sentimenti. Astori è già la seconda possibile bandiera sfumata del passato recente rossoblù che si trasferisce alla Roma, dopo un certo Radja Nainggolan. Ma, forse, dobbiamo essere grati alla società giallorossa perché un Capitano (con la “C” maiuscola) come quello che ci hanno dato vale tutti i giocatori del mondo. Daniele Conti resta fedele alla guida della sua “Cinquecento”, orgoglioso e ritrovato, pronto ad un’altra stagione. Non importa cosa accade e cosa accadrà, Conti ci sarà e la nuova proprietà l’ha capito benissimo, rinnovandogli ancora il contratto. L’ultima delle bandiere. Forse l’unico che può avvicinarsi realmente al Mito di Gigi Riva. Un Mito non solo per quello che ha fatto, ma soprattutto per quello che non ha fatto. Andare in una grande e abbandonare la sua terra. Ha rifiutato i soldi e i trofei della Juventus perché era troppo riconoscente al popolo sardo. Lui, che si sente più sardo di tanti sardi, ha detto no ad un trasferimento da un miliardo di lire più una decina di giocatori, nonostante la società avesse già detto sì ai bianconeri. Non serve Astori per sapere che uno come Lui difficilmente lo rivedremo, sia in campo che fuori, ma può servire per ricordare. Ricordare che i giocatori passano, i colori e Gigi Riva no.

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