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Il Cagliari dallo spirito rinunciatario

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Il Cagliari di questo primo scorcio di campionato è parso spento e nessuno riesce a incidere in maniera decisiva

Per tutta una parte di campionato abbiamo parlato del Cagliari che andava alla ricerca di equilibrio nella sua retroguardia che, il più delle volte si è dimostrata confusa e decisamente poco compatta. Nella partita di domenica contro la Lazio, il lavoro svolto in questi mesi da Eusebio Di Francesco ha in parte dato i suoi frutti visto che la difesa è parsa in netto miglioramento, molto più solida e molto più attenta nel difendere la propria porta dall’assalto degli avversari. Purtroppo, però, a un aspetto positivo si accompagna sempre quello negativo: centrocampo male assortito e un attacco non più in grado di svolgere il suo compito. Questo, nonostante i rinforzi portati dal calciomercato invernale. Il Cagliari, a parte il solito Joao Pedro, non riesce a incidere. Certo, le occasioni non mancano ma a regnare sovrano è uno spirito rinunciatario che, ovviamente, non può far andare bene le cose.

CAMBIARE ROTTA E SPIRITO – È evidente, come sottolineato più volte, la necessità di cambiare passo una volta per tutte anche perché da giocatori come Giovanni Simeone (fermo a 5 gol) e Leonardo Pavoletti (una sola rete) ci si aspetta molto di più. La situazione critica della retroguardia, ovviamente, non poteva non condizionare anche il reparto offensivo che si presente come uno tra i meno prolifici di questo campionato. Il centrocampo confuso tra moduli che vanno e vengono completa il tutto e il risultato non può che riflettere una classifica in cui il Cagliari si trova in una situazione precaria che urge di essere rivoluzionata all’insegna della cattiveria e della massima lucidità. Giulini non è soddisfatto e, in questo, si trova perfettamente d’accordo con i tifosi: una squadra che vanta giocatori di qualità e di esperienza non può permettersi di scendere in campo con un atteggiamento rinunciatario. Se i giocatori stessi, per primi, non credono in quello che fanno, non lottano per raggiungere un obiettivo importante, come possono allora chiedere fiducia a chi è sempre a sostegno del gruppo rossoblù?

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