2014
Il calcio che non vogliamo
Napoli – Cagliari si gioca in un clima surreale, non esattamente disteso.
Gli accadimenti degli ultimi giorni hanno puntato i riflettori su una piazza gia’ non proprio facile come quella di Napoli.
Si doveva giocare e si e’ giocato, ma l’obbligo di scendere in campo solo per disputare una partita prevista da calendario la fà da padrone…almeno per parte rossoblu’.
Il Napoli aveva da festeggiare: un trofeo, purtroppo ancora una volta macchiato di sangue e l’ingresso matematico ai preliminari di champions e il Cagliari gioca solo il ruolo di comparsa maldestra.
E’ il degno finale di un campionato mai sopra le righe, andato esattamente cosi, come al San Paolo ieri: piatto, una specie di soporifero fatto ingerire a forza ai tifosi, perche’ si trascinassero al termine di quest’anno calcistico senza mai porre troppe domande.
E poteva senza dubbio finire peggio, se Hamsik non avesse sparato sulla traversa il secondo rigore, giustissimo, causato dal secondo orrore consecutivo del nostro Astori, per buona pace di Prandelli che a breve dovra’ prendere decisioni importanti.
Il Napoli e’ sazio e lascia la preda inerme in mezzo al campo.
Preda di tanti in questo lungo anno calcistico, Cagliari e’ la piazza che forse piu’ di tutte le altre ha aperto uno scenario terrificante sul calcio italiano oggi.
Una squadra senza stadio, totale assenza delle istituzioni davanti ad una piazza che probabilmente non interessa abbastanza o ancor piu’ sicuramente, davanti ad una tifoseria che forse non preoccupa abbastanza…
Viene da chiedersi se la vergogna di come son stati trattati i tifosi a Cagliari fosse avvenuta in una piazza piu’ calda con una tifoseria piu’ agguerrita cosa sarebbe successo?
Probabilmente si sarebbe consumata l’ennesima prevedibile tragedia all’italiana.
Si perche’ ci deve scappare il morto e piu’ di una volta perche’ in Italia ci si accorga che e’ forse giunto il momento di cambiare registro.
Tutti a sparare a zero sui responsabili dello sfacelo del calcio, ma basta guardarsi intorno, basterebbe soffermarsi sul fatto che nello stesso campionato delle balsonate a strisce, gioca una squadra senza piu’ stadio, senza piu’ tifosi, senza piu’ presidente, senza piu’ entusiasmo.
Se questo e’ lo sport che vogliamo vedere continuiamo pure a scandalizzarci e a fare i soliti moralizzatori a fatti avvenuti davanti ai vari Genny o carogna che si prende il potere che in fondo gli e’ stato dato, l’ispettore Raciti morto per una partita di pallone, Gabriele Sandri ammazzato perche’ si trovava nel posto sbagliato al momento sbagliato, Ivan il serbo che fermo’ addirittura la partita della nazionale, per arrivare all’ultra’ genoano che ordino’ alla squadra di svestire le maglie.
E’ giunto davvero il momento che le istituzioni si assumano le proprie responsabilita’ e facciano un passo indietro per riportarci al calcio di Riva, Mazzola, Baggio, Rossi, altrimenti che si sentano sulla coscienza i morti che ci son stati e la morte della passione sportiva arrivata a decretare la fine dello sport piu’ bello del mondo.
Che questo campionato finisca e’cosa buona perche’ ci si fermi a riflettere, c’e’ tanto materiale sul quale poterlo fare e la speranza che qualcosa finalmente cambi, non muore mai.