2015
Il Napoli passeggia e il Cagliari insegue. Un destino ormai scritto?
L’ambiente attorno alla società rossoblù è diventato rovente e le facce dei protagonisti viste ieri erano il perfetto specchio di una squadra lontana dalla serenità. Proviamo a fare un tuffo sul campo, anche se anche qui è difficile trovare qualcosa di positivo.
Chi ha visto la sfida in terra tedesca disputata dal Napoli, si sarà accorto che ieri la squadra di Benitez giocava col freno a mano tirato. La squadra partenopea si è limitata a gestire interamente la gara, senza alcuna difficoltà. Un possesso palla quasi da tiki-taka blaugrana che ha spinto il Cagliari ad inseguire il pallone, stancandosi più di quanto non abbiano fatto le doppie sedute del boemo in settimana. Il gol Callejon è la fotografia perfetta di una coppia di centrali che mai in questa stagione ha dato sicurezza alla squadra. E’ bastato un filtrante Hamsik a spalancare le porte all’attaccante spagnolo, mandandolo davanti all’incolpevole Brkic (che paratona del serbo su Hamsik). Per Zeman l’autogol di Balzano, e che gol, ha tagliato le gambe alla squadra. Lettura ovvia, peraltro condivisibile. Ma l’impressione è che la squadra del boemo non abbia mai mostrato la determinazione giusta per ribaltare la gara. La corsa di Sau, in solitaria, a pressare la difesa azzurra e qualche timido spunto di M’Poku e Joao Pedro non hanno minimamente impensierito i napoletani. La gemma di Gabbiadini, tanto di cappello all’ex doriano, descrive più che mai quanto sia facile andare a segno al Sant’Elia: palla stoppata, posizionata perfettamente e calciata in modo esemplare senza alcun disturbo. Il miracolo di Conti questa volta non è arrivato ed è forse un segnale inequivocabile di un destino ormai scritto da tempo.