2013
Il “Pagellone” di Juventus-Cagliari
Alzi la mano chi di voi pensava che oggi il Cagliari avrebbe fatto da semplice vittima sacrificale, nel giorno della premiazione della Juventus per lo scudetto. Vecchie memorie di un Milan-Cagliari, terminato 4-1 per i rossoneri a cui susseguirono i festeggiamenti qualche anno fa, riemergono tra le menti dei tifosi. Quello era un altro Cagliari, era un’altra squadra, era un altro campionato. Nelle partite precedenti, forse, mancavano gli stimoli, al contrario di oggi. Ancora una volta i rossoblù escono illesi dal famigerato Juventus Stadium, dopo il pareggio dello scorso anno. E’ un pareggio che fa onore alla squadra di Pulga e Lopez e che fa piacere ai tifosi, ma dall’altra lascia un po’ l’amaro in bocca. Cosa ha funzionato e cosa non è andato? Per scoprirlo andiamo allora ad analizzare da 1 a 10 il match con il nostro “Pagellone”.
1 come il punto ottenuto oggi. Un punto che fa prestigio, in casa della più forte d’Italia, un punto importantissimo, nonostante la salvezza già acquisita. Perché un pareggio in casa della Juve dà morale e consapevolezza di dove questa squadra possa arrivare l’anno prossimo. Stadio permettendo.
2 alla moviola del fuorigioco di Vucinic. E’ la prima volta che vedo tanto dettagliatamente un fuorigioco, addirittura con su scritto i centimetri di quanto il montenegrino era in posizione regolare. Come a far notare che alla Juve sia mancata qualcosa. Ok, l’offside non c’era, ma Agazzi aveva comunque parato. Perché non ricordo tutti questi dettagli in un gol (tanto per dire) di Cavani contro il Cagliari? Misteri della pay tv.
3 ai cambi di Pulga e Lopez. Alcune volte si azzeccano, altre no. Ma le scelte di questo pomeriggio sono sembrate davvero disastrose e senza logica. Tre giocatori sono stati schierati fuori ruolo. Sul primo ci si poteva fare poco, fuori Perico, e sulla destra è costretto ad abbassarsi Dessena, unico in grado di ricoprire quel ruolo, facendo spazio a Cossu nella linea dei centrocampisti. Ma quando si fa male anche Murru, perché spostare Astori largo a sinistra e poi sostituirlo con Eriksson in una posizione non propriamente sua? Credevo che Avelar in panchina ci fosse per un motivo ben preciso.
4 alla prestazione di Perico. Non me ne voglia il numero 24 rossoblù, ma la sua presenza in campo è stata al di poco disastrosa. Tutte le occasioni juventine sono arrivate dalla sua fascia, dove Giaccherini ha fatto il bello e il cattivo tempo. In fase offensiva si propone poco e sbaglia spesso il passaggio. Prestazione da dimenticare, culminata con l’infortunio. E c’è chi si lamentava di Pisano…
5 alla difesa sul gol del pareggio. Saranno stati i cambi, saranno stati i giocatori fuori ruolo, ma sul pareggio di Vucinic la difesa compie una dormita colossale. Astori copre male su Vidal, dimenticandosi forse di essere diventato nel frattempo terzino. Il giovane Del Fabro, invece, resta spaesato e concede a Vucinic di firmare la rete del definitivo pareggio.
6 alla “cantera” cagliaritana. Dopo aver lanciato definitivamente Murru, autore di prestazioni eccelse sulla fascia sinistra, Pulga e Lopez decidono di lanciare, o meglio rilanciare, il giovane Del Fabro, classe 1995. Posizione delicata per il numero 34, ma lì dietro non fa sentire la mancanza di nessuno e, con Rossettini, è autore di una prova maiuscola, macchiata solo dal gol. Da riprovare, senza dubbio, più spesso nella prossima stagione.
7 al finale di stagione. Dopo le ultime 4 partite, dove i rossoblù hanno racimolato appena un punto, i tifosi iniziavano già a mugugnare: “E’ il solito Cagliari di fine stagione, raggiunta la salvezza non gioca più”. Invece la squadra ha smentito tutti, rischiando il colpaccio in casa bianconera. Un paio di prestazioni sottotono possono capitare, ma non dimentichiamoci mai del miracolo fatto dai ragazzi quest’anno.
8 all’imbattibilità allo Juventus Stadium. Sembra incredibile, ma è vero. Il Cagliari in campionato non è ancora uscito sconfitto dal nuovo stadio bianconero. Anche quest’anno il match a Torino finisce con lo stesso risultato di 1-1. Rovina, in parte, la festa scudetto, ma soprattutto non consente alla squadra di Conte di raggiungere il record di punti di Fabio Capello. Sarà per un’altra volta!
9 al gol di Ibarbo. Il colombiano segnerà pure poco, ma i suoi gol non sono mai banali. Uno scatto da un’area all’altra che ricorda un certo Weah. Fa girare la testa a colui che viene ritenuto uno dei migliori difensori al mondo e batte l’ex Storari con un tiro debole, ma efficace. Mette ancora una volta in mostra le sue qualità, correndo per tutti i 94 minuti. Se il Cagliari riuscirà a valorizzarlo a dovere, il futuro prospetta grandi traguardi.
10, o forse qualcosa in più, allo scudetto del Cagliari. Nella giornata della premiazione bianconera, è inevitabile fare un paragone, citando una famosa frase di Gigi Riva. Lo scudetto rossoblù vale tutti quelli vinti dalle grandi del nord, sia per come è arrivato, sia per ciò che ha portato alla Sardegna dal punto di vista culturale. Per la prima volta la nostra isola non veniva vista così lontana dal resto d’Italia, per la prima volta un’isola era in cima al Paese, per la prima volta quell’isola non era più vista come terra di banditi e pastori. E che siano 29 o 31 non ci importa, perché il nostro varrà sempre e comunque di più.