2013
Il “Pagellone” di Natale: da 1 a 10 il 2013 del Cagliari
Il 2013 del Cagliari si è concluso: bene per quanto riguarda le prestazioni in campo, male invece per la questione stadio. In un anno solare i rossoblù hanno giocato le gara casalinghe in tre impianti diversi e sarebbero stati quattro se la gara con la Juve, giocata a Parma, non fosse stata a fine 2012. Ma stadio a parte, si può dire che è stato un anno positivo, con il Cagliari che si è regalato prima una salvezza tranquilla, raggiungendo il secondo miglior posizionamento in classifica da quando è tornato in A, e poi raccogliendo 20 punti nella stagione in corso.
Riviviamo da 1 a 10 il 2013 del Cagliari con il “Pagellone” di CagliariNews24:
1 alla situazione stadio. Si è passato dal bellissimo Is Arenas stracolmo di gente, al deserto dell’impianto quartese, fino al nuovo esilio a Trieste e il ritorno a casa in un decadente Sant’Elia, aperto solo a metà. Nel 2014 si spera di arrivare finalmente ad una soluzione definitiva. Homeless.
2 all’eliminazione in Coppa Italia contro il Frosinone. Qualcuno si è già dimenticato di quell’1-2 a Trieste contro una modesta squadra di Lega Pro? Forse meglio così, ma per l’ennesima volta il Cagliari ha snobbato la Coppa Italia.
3 come i mesi passati da Cellino in carcere. Da febbraio e maggio, è stato il momento più buio del 2013, sia per il presidente, sia per la squadra, che ha comunque continuato a vincere per lui. Un’ennesima macchia in questa situazione stadio, che dal 2011 fatica a sbloccarsi.
4 alla situazione contrattuale di Agazzi e Ariaudo. I due sono finiti ormai ai margini della rosa per situazioni leggermente diverse, ma entrambi partiranno probabilmente a gennaio. Sul portiere, forse, si poteva guadagnare qualcosa di più, vendendolo a giugno alla Fiorentina, senza lasciarlo svalutare così, mentre sul difensore, il Cagliari puntava molto in chiave dopo-Astori, ma la trattativa per il rinnovo sembra ormai in una fase di stallo.
5 come i sardi impiegati nel 2013 dal Cagliari. La squadra simbolo di un’isola intera torna a credere sulle proprie forze e, oltre ad impiegare le bandiere Cossu e Pisano, scopre Marco Sau, capocannoniere dell’anno, nonché due giovani difensori molto interessanti: Nicola Murru e Dario Del Fabro. Il terzino si è conquistato piano piano il posto da titolare e l’Under 21, mentre il centrale classe ’95 ha il primato di essere stato impiegato sempre in partite delicate come Lazio, Juventus e l’ultima di quest’anno contro il Napoli, dimostrando sempre sicurezza e personalità. Il lavoro di Matteoli con le giovanili inizia a vedersi, mentre tra i tifosi cresce la speranza di vedere una grande squadra composta sempre più da giocatori made in Sardinia.
6 agli attaccanti. Dai gol di Sau, ben 11 nell’anno solare, a quelli pesanti di Pinilla, le doppiette contro Inter e Fiorentina, la rete all’ultimo di Firenze fino all’abbraccio con la Nord dopo il gol al Catania. Senza parlare di Ibarbo che, infortunio a parte, ha giocato un ottimo 2013, trovando la sua prima tripletta in Italia, contro la Samp, oltre a reti di straordinaria fattura, vedi Juventus e Catania. In questo finale di 2013 sembra essersi ritrovato anche Nenè, dopo essersi perso più volte durante l’anno, ma i due gol (entrambi realizzati a dicembre) messi a segno nel 2013 sono pochi. Anche Thiago Ribeiro, partito a luglio, non ha lasciato grandi ricordi, ma la sua unica rete in rossoblù in quest’anno solare, di testa al Palermo al 90’, è stata importantissima in chiave salvezza.
7 al mercato. Non tanto per i colpi in entrata, Cabrera, Oikonomou, Ibraimi e Adan hanno dimostrato fin qui poco e niente, ma per l’uscita. Perché decidere di tenersi giocatori come Astori e Nainggolan in un momento così difficile anche dal punto di vista economico, non era facile. Cellino ha deciso di mantenere i suoi prezzi pregiati, anche se dopo le sue ultime parole, sarà difficile vederli ancora a lungo in Sardegna.
8 come i giocatori del Cagliari convocati nelle rispettive Nazionali. Un numero importante, che dimostra il bel lavoro di questa squadra. C’è chi ne faceva già parte, come Astori, Ekdal e Ibraimi, alcuni che stanno cercando riconquistarsi il posto perso, come Pinilla, altri che provano a convincere il proprio allenatore a portarli al Mondiale, come Nainggolan e Ibarbo, mentre per altri c’è stata la prima chiamata in assoluto, vedi Agazzi e Sau, anche se non hanno convinto Prandelli per una seconda chance. Gli unici ad andare a segno con la maglia della propria Nazionale sono stati Astori, che ha trovato la sua prima rete in azzurro nella Confederations Cup, e Ibarbo contro il Belgio del Ninja.
9 al Capitano. Passano gli anni, ma lui è sempre qua. Un tatuaggio sulla schiena con lo scudetto del Cagliari per dimostrare (come se fosse necessario) che quella maglia ormai è una seconda pelle. Ogni anno si parla “chi sostituirà Conti quando si ritirerà?”, ma più passa il tempo, più quel momento sembra lontano. Fondamentale come pochi, capace di dettare ritmi di gioco e di risollevare la squadra nei momenti di difficoltà, segnando spesso e volentieri gol importanti. Il record di presenze in A con la maglia rossoblù, che gli ha permesso di superare un mostro sacro come Gigi Riva, è solo la ciliegina sulla torta in un bellissimo 2013 per Daniele Conti.
10 alla squadra. Sono rimasti uniti, contro tutto e tutti, con una situazione stadio difficile, senza mai mollare, conquistando una salvezza meritata e raggiungendo un incredibile 11° posto (secondo miglior posizionamento da quando siamo tornati in A). L’abbraccio di Pinilla alla Nord, dopo il 2-1 sul Catania, è il simbolo dell’atteggiamento della squadra nei confronti di questo calvario che ci auguriamo di non vedere più. Grazie a tutti!
E tanti auguri!