2014
Italia-Uruguay, il binario rossoblù tra campioni e meteore
Oggi l’Italia si gioca la permanenza nel mondiale dei mondiali contro l’Uruguay di Oscar Washington Tabarez. Non una squadra qualsiasi, non un allenatore banale per chi legge con gli occhi da tifoso rossoblù. Perché il binario che collega Cagliari alla nazione de La Celeste è stato uno dei più percorsi da parte della vecchia dirigenza del Cagliari.
ALLENATORI – Partiamo dalla panchina. Tre sono stati gli allenatori uruguaiani che si sono seduti sulla panchina del Cagliari. Il più significativo è senza dubbio l’attuale allenatore de La Celeste. Tabarez ha avuto tra le mani il Cagliari post-UEFA, chiudendo la sua esperienza in rossoblù al 9° posto della Serie A, con protagonista Roberto Muzzi. Nel 1999-2000 Tabarez ritorna in rossoblù, ma Cellino dopo un pareggio e tre sconfitte gli diede il benservito. Nel 1996 Gregorio Perez fece tappa sulla panchina del Cagliari per appena sei giornate. Cellino lo cacciò via dopo soli quattro punti conquistati su 18 a disposizione e, guarda caso, gli fu fatale la sconfitta contro la Lazio di Zeman che gli costò qualche lacrima. Fu l’anno della dolorosa retrocessione in Serie B dopo lo spareggio a Napoli contro il Vicenza. Dopo quella brutta parentesi per ritrovare un uruguaiano sulla panchina del Cagliari dobbiamo fare un salto fino ai giorni nostri. Diego Lopez corona il sogno di diventare l’allenatore dei rossoblù. Guida il Cagliari insieme ad Ivo Pulga nella scorsa stagione e siede da primo allenatore nella stagione appena conclusa, dove non riesce a rimanere in sella fino alla fine.
I GRANDI – Ed è proprio qui che si capisce l’importanza di quel binario rossoblù che collega l’Uruguay alla Sardegna. Un legame indissolubile che ha radici che partono da giocatori del calibro di Herrera, Francescoli e Fonseca, fino ad arrivare ai più recenti O’neill, Lopez e Abejon. I primi tre li abbiamo conosciuti tutti insieme, nella stessa rosa, nella stagione 1990-1991 fino alla stagione successiva. Gli altri tre fanno parte della storia recente del Cagliari e ognuno di essi, per un motivo o per un altro, non possono essere dimenticati dai tifosi. La grinta di Abe, la tenacia di Diego e quel genio col pallone di Fabian, che ha condito la sua carriera con tanta sregolatezza. Come dimenticare Sa Pipinca, Dario Silva, che a Cagliari lasciò il segno con 20 gol in tre stagioni, anche se sono stati molti di più quelli mancati dall’uruguaiano. Tutti incisivi, tutti innamorati di questa terra, la Sardegna, che gli ha accolti e cresciuti come dei figli. Un elogio particolare va fatto a Francescoli . Il Principe, quello vero, è stato senza dubbio il giocatore col maggior talento passato da queste parti. Lo stesso Principe che nel ’95 vinse il premio di miglior giocatore sudamericano, lasciandosi alle spalle campioni come Maradona, Edmundo o Romario. Chapeau.
METEORE – Ma non c’è solo gloria in questo binario lungo più di 10 mila chilometri. Qualche meteora uruguaiana è passata in terra sarda. Come scordarsi di Victorino o Tejera, per poi passare a Romero, Peralta, Bizera o Carini. Tutti giocatori che non hanno lasciato il segno in maglia rossoblù e dove il loro nome stimola qualche sorriso ai tifosi.
I NUOVI – Qualche volto nuovo lo si è visto anche negli ultimi anni. Uno di questi è Mati Cabrera, un giocatore su cui Diego Lopez ha puntato molto nella sua esperienza da allenatore, senza avere però i risultati sperati. Nelle meteore ci sarebbe spazio anche per Pablo Ceppellini, che a Cagliari non ha certo brillato e lo si ricorda di più per la sua sfacciata felicità dopo l’esonero di Lopez. L’ultimo arrivato si chiama Vecino. Arriva dalla Fiorentina ed è stato uno dei centrocampisti con la miglior vena realizzativa. La sua permanenza a Cagliari è ancora in bilico e molto dipenderà dalle scelte di Zeman, a cui potrebbe far comodo un giocatore con queste caratteristiche.
E chissà se con la nuova gestione targata Giulini questo binario continuerà a funzionare, portando a Cagliari nuovi Francescoli, nuovi Herrera, per ritrovare un Cagliari che faccia sognare i propri tifosi. Questo lo dirà la storia. Intanto stasera l’Italia proverà a dar seguito al cammino in questo mondiale. Ci sarà spazio solo per una squadra: o Italia o Uruguay. Vinca il migliore.