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Jeda: «Cagliari, non adagiarti sugli allori. E con la Juve…»

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Jeda, ex giocatore del Cagliari, ha parlato per Tuttosport della sfida tra Juventus ed i rossoblù, in programma domani, 11 novembre

Jeda, ex giocatore del Cagliari, ha parlato per Tuttosport della sfida tra Juventus ed i rossoblù, in programma domani, 11 novembre, alle ore 18. Ecco le sue parole, con particolare riferimento a Massimiliano Allegri:

RICORDI JUVE-CAGLIARI – «Ricordo una partita spettacolare, giocata a viso aperto e in maniera perfetta da parte nostra. Di fronte non avevamo una Juve stratosferica, ma avevamo pur sempre battuto giocatori come Nedved e Del Piero. La sfida aveva esaltato le qualità di quel Cagliari, che con il pallone tra i piedi giocava tanto e anche bene».

SUGGERIMENTI – «Prima della partita ci aveva spiegato che l’unico modo per limitare la Juve era attaccarla, senza timore della maglia o dei nomi scritti sulla schiena. Ci aveva spronato ad essere sbarazzini».

TATTICA – «Allegri non è assolutamente un allenatore difensivista, bensì uno che sa adattarsi molto bene alle qualità della rosa che ha a disposizione. Oggi la Juventus ha in organico elementi forti, ma che non dispongono delle caratteristiche per comandare il gioco: il resto è una conseguenza. Al contrario, quel Cagliari sapeva e voleva giocare sempre la palla. A lui piace molto il bel gioco, si esalta di fronte a profili tecnici che sanno gestire bene la sfera. In due stagioni non ricordo una sola volta in cui ci avesse chiesto di essere attendisti».

SCETTICISMO – «C’era molto scetticismo attorno ad Allegri, perché arrivava dalle serie inferiori ed era alla prima esperienza in A. Ma Cellino aveva avuto una buona intuizione e noi giocatori, dopo l’avvio complicato, gli avevamo fatto capire che la strada intrapresa era quella giusta».

SVOLTA – «Continuando lungo il percorso che avevamo cominciato. Allegri ci aveva trasmesso grande serenità: vedeva segnali positivi era era rimasto tranquillo, quello ci aveva aiutato molto. Non si era fatto prendere dal panico e non aveva cambiato nulla nel modo di lavorare in settimana. Così, alla sesta giornata, avevamo finalmente mosso la classifica pareggiando contro un Milan colmo di fenomeni».

GESTIONE – «Era eccezionale nella gestione dello spogliatoio e credo sia rimasto tale. Con il tempo sarà migliorato. Sicuramente per lui è cambiato il livello di pressione: ora è sempre sotto tiro, nell’ultima stagione è rimasto sostanzialmente solo, e così mi spiego alcuni episodi di nervosismo. Avendo nel frattempo vinto molto, al limite, oggi mi sembra ancora più consapevole delle sue qualità».

COPPE – «Parto dalla premessa per cui l’esclusione dalle Coppe non ritengo rappresenti un vantaggio. Scendere in campo in Champions League ti galvanizza, se hai un organico adeguatamente attrezzato. L’assenza di impegni infrasettimanali, in più, ti conferisce una sorta di obbligo nei confronti del campionato, a maggior ragione se ti chiami Juventus e non puoi accontentarti di arrivare tra le prime quattro. I bianconeri sono lì e hanno tutte le possibilità di rimanere».

FAVORITE – «Credo che soprattutto Juve e Milan abbiano le carte in regola per mettere pressione fino in fondo all’Inter che, per qualità del gioco e per profondità dell’organico, rappresenta la favorita».

CAGLIARI – «La squadra di certo non deve adagiarsi sugli allori degli ultimi risultati, perché qualche lacuna soprattutto a livello difensivo c’è ancora. Ma in organico ci sono le qualità per costruirsi un cammino tranquillo al di sopra della zona salvezza».

CONSIGLI – «Non chiudersi dietro, naturalmente. Noi lo avevamo evitato ed era andata bene piuttosto bene!».

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