2015

Jeda: «Rastelli la scelta giusta, ha la squadra per vincere il campionato»

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Ex sempre amato dal pubblico cagliaritano, Jedaias Capucho Nieves è ripartito dal Potenza in Serie D. Domenica ha segnato il suo primo gol stagionale, con una delle sue giocate più classiche: il colpo di testa, alla faccia del suo metro e settantacinque d’altezza. «Cagliari rappresenta per me la parentesi calcistica in assoluto più importante della mia carriera – ricorda Jeda ai microfoni di gianlucadimarzio.com Lì ho fatto bene e mi sono sentito apprezzato, non solo come calciatore ma anche come uomo e questo mi è rimasto dentro: tutto ciò non si dimentica e per me non è una città come le altre». Cagliari che ora si trova secondo in Serie B alle spalle del Crotone, altra ex squadra del brasiliano: «A Crotone, invece, ho vissuto gli anni più importanti in serie B, perché ho fatto tanti gol e mi sono espresso a livelli molto alti. Anche a Rimini ho segnato tantissimo, ma quelle stagioni in Calabria mi hanno fatto prendere grande consapevolezza dei miei mezzi e mi hanno permesso di farmi un nome. Anche a Crotone mi hanno accolto bene. E’ una città molto piccola, ma con un  grande entusiasmo per la squadra. Allora l’allenatore era Gasperini e giocavamo un gran calcio, con quattro o cinque giocatori dotati di ottime qualità. Non può che farmi piacere vederli così in alto, li ricordo con affetto. E’ una squadra che anche questa stagione non ha speso tanti soldi, perché il budget lì è ridotto, ma è riuscita a tirare su un ottimo collettivo. Fa un certo effetto vederli primi, perché magari ci sono squadre più attrezzate, ma questo non può che essere un loro merito, significa che lavorano bene e che hanno fatto un’ottima programmazione a livello societario. Sono molto contento per loro. Potranno reggere fino alle fine? Questa è una grossa incognita. La serie B è un campionato molto lungo dove è impossibile fare previsioni a lungo termine. Ci si può imbattere in infortuni o periodi sfortunati che ti riportano giù nel giro di poche partite. Sulla carta l’organico non è attrezzato per reggere in testa fino alla fine, ma se sono lì qualche motivo ci sarà. Per adesso sono primi e devono godersi questo momento, più in là potremo capire meglio se potranno rimanerci».

 

Jeda ha commentato anche le scelte dell’attuale dirigenza rossoblù, in primis quella di non rinnovare i contratti ai senatori: «Le bandiere del Cagliari erano grandi punti di riferimento e penso che la passata stagione siano stati fatti degli sbagli da parte degli allenatori che non li hanno tenuti sufficientemente in considerazione e il Cagliari ha pagato in termini di esperienza. Per loro fare parte di quella società è quasi naturale. Sono molto legati alla maglia rossoblù, come lo siamo stati tutti negli ultimi anni, ma loro sono lì da una vita ed è strano vedere un Cagliari senza senatori». Promosso, invece, il mercato estivo: «Il Cagliari ha fatto una squadra per vincere il campionato, non poteva essere altrimenti. La scelta dell’allenatore è giusta, perché Rastelli ha dimostrato anche in passato di saper trasmettere ai suoi giocatori grinta, carattere ed entusiasmo, quello che ci vuole in serie B. E’ un allenatore giovane, che ha la fame giusta e la squadra sta andando abbastanza bene. Chiaramente in cadetteria non puoi mai abbassare la guardia, perché qualsiasi squadra può metterti in difficoltà e se non hai il giusto approccio poi diventa difficile recuperare. La rosa è di grande qualità, hanno a disposizione giocatori come Farias, Dessena, Sau, che hanno giocato in A e fanno la differenza. Tra i nuovi arrivi c’è gente come Di Gennaro, Melchiorri, Giannetti, tutti calciatori che hanno dimostrato negli anni passati di essere tra i migliori della serie B, con un ottimo rendimento. La squadra è stata costruita bene. Farias? E’ un giocatore di grande qualità e deve credere maggiormente in se stesso. Deve acquisire personalità, lavorare molto su questo aspetto, perché per il resto ha tutte le carte in regola. L’ho visto giocare, ha rapidità, dribbling, sa calciare in porta. Nell’attacco del Cagliari è il giocatore che, insieme a Marco Sau, può veramente fare la differenza, sono il top. Deve cercare di essere più concreto però. Storari? Avere un portiere come lui è fondamentale, a volte i punti che non riesce a fare la squadra li fa lui attraverso le sue parate. E’ bravo ed esperto, un giocatore di un’altra categoria e lasciamo stare l’età, non conta, soprattutto per un portiere».

 

C’è spazio anche per una classifica dei ricordi più belli in rossoblù: «Al primo posto metto la salvezza del 2008. Eravamo spacciati, tredici punti al girone d’andata e staccatissimi dal quart’ultimo posto. Quello che abbiamo fatto nel girone di ritorno è veramente un’impresa memorabile. Poi al secondo il gol con il Napoli, per l’importanza della partita, molto sentita a Cagliari, e perché eravamo sotto di due reti. Ero appena entrato e ho messo dentro di testa il 3 a 2, lo stadio è impazzito di gioia, una rimonta fantastica. Al terzo metto quello con il Parma, il primo davanti al ‘mio’ pubblico, indimenticabile. Ritorno? E’ chiaro che se in futuro ci fosse la possibilità di entrare a far parte del progetto della società rossoblù per me sarebbe una gioia e un onore grandissimi».

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