2015

L’ex rossoblù Capone: «Cagliari squadra quadrata. Per tornare in A serviranno i gol di Sau»

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Ha dato i primi calci al pallone con la maglia rossoblù addosso. Dopo tutta la trafila delle giovanili l’esordio con il Cagliari nella stagione 2000/01, nella quale ha siglato anche la prima rete tra i professionisti, con la maglia della sua città. Due parentesi, a Sora e Treviso, e poi il ritorno a Cagliari nel biennio 2005/07. Vestendo, nel 2006/07, la maglia numero 10 ereditata da Zola, ritiratosi due stagioni prima. Andrea Capone ha parlato dell’esperienza rossoblù a gianlucadimarzio.com: «La maglia rossoblù è come una seconda pelle. Ho cominciato a 10 anni e poi sono riuscito, dopo aver fatto tutta la trafila, a giocare con il Cagliari in A. Penso che per un cagliaritano, tifoso come me, sia il massimo. Rimarrà sempre un grandissimo vanto e sono molto orgoglioso di quello che ho fatto con questa maglia. Gol? Il primo non si scorda mai, è stato a Cosenza. Tra i più importanti quello con la Sampdoria, segnata a Tempio. Ma anche la rete segnata al Milan mi è rimasta dentro: è forse quella che ricordo con più piacere».
L’ex rossoblù conosce bene sia Serie A che la cadetteria, e dice la sua sulle possibilità di pronta risalita dei sardi: «Il Cagliari è un club solido, con una struttura societaria forte. Per quanto riguarda la rosa hanno fatto tanti cambiamenti, allenatore compreso. E’ una squadra quadrata, con calciatori di qualità e penso che se troveranno il giusto mix tra i risultati in trasferta e quelli in casa non ci saranno problemi a risalire in A. Io poi sono un tifoso di Marco Sau, lo conosco da quando era un ragazzino e penso che la promozione passi necessariamente dai suoi gol». In chiusura qualche battuta sulla sua carriera, che non è decollata come avrebbe voluto: «Ci sono state alcune scelte sbagliate e poi in Serie A devi avere una costanza di rendimento che purtroppo a me è mancata. E’ forse questo uno dei principali problemi che ho avuto. Poi ci sono stati vari infortuni e diverse altre situazioni che mi hanno limitato».

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