2013
L’interrogatorio fiume di Cellino: “Ho la coscienza a posto”
L’Unione Sarda ha riportato alcuni stralci dell’interrogatorio a cui è stato sottoposto Massimo Cellino, presidente del Cagliari, in seguito al suo arresto con l’accusa di tentato peculato e falso ideologico in relazione alla costruzione dell’impianto di “Is Arenas” a Quartu S.Elena. Nel corso dell’inquisitorio si parla anche dei dirigenti comunali Gessa e Lilliu.
Il numero uno del club rossoblu ha sparato a zero su Mauro Contini, sindaco del comune limitrofo al capoluogo sarod finito in manette con il medesimo campo di imputazione ma a Buoncammino da soli pochi giorni per via del malore sofferto nei minuti immediati al fermo: “Io non capisco più nulla, so solo che in prigione. Mauro Contini è una testa di c*, ed è anche un vigliacco perché sta in ospedale e non viene in carcere – le parole dette davanti al gip lo scorso sabato -. Fa andare in prigione Stefano Lilliu, e io pensavo fosse un autista! L’unica cosa che ha fatto questo ragazzo, è venuto solo una volta a prendere i biglietti per le scuole di Quartu“. Con toni coloriti il patron della società isolana si è poi espresso sulle altre persone coinvolte nella vicenda, per poi riconcentrarsi sulla questione stadio: “È mortificante che il Cagliari debba andare a giocare a Quartu o a Elmas quando terreni e impianti a Cagliari non mancano. Ho visto scrivere bestemmie talmente grosse, che volevo fare speculazioni immobiliari, ma pensa che voglia costruire palazzine a Sant’Elia?“, ha proseguito Cellino davanti al gip Giampaolo Casula e al pm Enrico Lussu.
Dei tanti discussi soldi dirottati da un cantiere pubblico per quello dell’impianto realizzato a Quartu, Cellino ribadisce di non avere nulla che farne: “E secondo lei ho fatto l’appalto Pia? L’ho mai visto? Qui la Cagliari Calcio non c’entra niente. Avete preso un granchio clamoroso. La prerogativa di quell’impresa era di aver fatto un abbattimento dell’importo perché veloce. Io non ci ho creduto. Se mi perdona, per quanto si possa provare sforzare non ci crederebbe neanche lei, 44 percento in meno perché sei veloce…“.
E non è certo finita qui: “Non ci hanno consentito di fare 30 centimetri di scavi all’interno dello stadio per far passare le canalette degli impianti elettrici. Stia attento dottore, poi le dico altro e me ne vado in cella a piangere come Silvio Pellico… Sono dei maiali. Non sembrava vero che ci fosse lo stadio per buttarci le scuse. Gessa veniva ad Assemini, aveva paura dell’indagine. Gli dicevo di stare tranquillo se non aveva fatto niente, però sembrava uno di quelli con dieci chili di eroina in casa, troppo bianco, troppo preoccupato“.
In relazione alla cabina elettrica e alla recinzione della struttura si difende così: “Io non ho vantaggi, compro centrali,, cabine elettriche, i miei amministratori hanno speso 800.000 euro per assecondare richieste e carenze del Comune, solo nei confronti della Commissione provinciale,. terrorizzata da questa indagine, per la quale non si fa più nulla. Ci fanno arrestare: questa è la parola d’ordine, e forse hanno ragione. Ci hanno fatto comprare 148 idranti ma durante la partita la Polizia non li vuole e li dobbiamo spostare. San Siro ha 42 telecamere, noi 112: ma lo sa che con quelle punta Palazzo di giustizia ed entrano dentro la Sella de diavolo vivisezionando un gabbiano da Quartu?“.
Sulle minacce telefoniche a Gessa nega: “Può darsi che ci sia stata la telefonata ma non per minacciarlo, magari per dirgli di non venire col giubbotto viola che porta sfiga“. Su Lilliu: “Mai visto in cantiere“. Nessuna pressione al comune per avere fondi per proseguire i lavori: “Ma sta scherzando!? Nego! C’era la volontà di Contini, Gessa e del Consiglio comunale di dare precedenza ai lavori vicino allo stadio“.
Cellino continua a manifestare la propria innocenza: “Io sono in prigione, non ho fatto niente e con la mia coscienza sono a posto perché la mia anima è fuori, non ho rubato nulla, non ho fatto patti col diavolo e a Gessa lo prendevo a calci in c., perché quello che aveva detto… era un poveraccio, uno ciappuzzu“.
Si parla anche del Sant’Elia: “Domani mattina, se vuole Zedda, se ci fosse un sindaco serio e mi dice che ci fa col Sant’Elia, perché quello che abbiamo speso a Quartu non lo potevamo spendere al Sant’Elia… non avremmo chiesto nulla, nessuna concessione di superficie, nessun’altra costruzione.. non la vendono a nessuno questa bugia… siamo stati costretti ad andare a Quartu“. Intanto le condizioni attuali dell’“Is Arenas” non lo soddisfano: “Non ci sono i botteghini allo stadio e i quartesi devono venire a Cagliari e sono incazzati neri, ecco perché ho chiesto un appuntamento col procuratore Mauro Mura, per parlare di queste cose“.
In conclusione: “Io ho bisogno di avere fiducia nella giustizia“. Il pm poi gli legge un’intercettazione in cui da al questore del testa di c. e ribadisce: “E lo reitero“.