Editoriale

La paura di vincere regna sovrana, i tifosi non ci stanno più e contestano apertamente

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Una partita dalla due facce quella tra Cagliari e Salernitana: rossoblù beffati nel finale e scoppia la protesta della tifoseria isolana

Una gara dalle due facce che ha messo in mostra tutti i grossi limiti del Cagliari, che per una squadra di Serie A in battaglia per la salvezza non sono più ammissibili.

70’ minuti giocati con grande coraggio, orgoglio, voglia di strappare la vittoria su una diretta rivale e dimostrare che la posizione in classifica non rispecchia i veri valori tecnici della rosa. Tutto bene fino al gol di Leonardo Pavoletti che, invece di incrementare le energie rossoblù, ha trasmesso la solita paura di vincere culminata con la beffa al 90’ firmata Bonazzoli.

L’emblema è stata la disattenzione di Nandez che ha portato al pareggio della Salernitana, un giocatore esperto e scaltro come lui che si lascia sfilare alle spalle l’avversario, seguendolo solo con lo sguardo, e osservare poi la palla che inesorabilmente condanna i rossoblù a l’ennesimo pareggio dopo essere stati in vantaggio.

La prova di Reggio Emilia sembrava aver acceso la luce e infuso energie positive nel Cagliari, ma lottare per la salvezza è ben altro, è non arrendersi fino alla fine e credere nei propri mezzi. Il problema più grosso del Cagliari risiede nella mente dei giocatori.

A fine partita è arrivata la tanto dura quanto comprensibile contestazione della tifoseria che a gran voce ha richiesto un confronto immediato con squadra e società: Joao Pedro, il capitano, e il presidente Giulini si sono messi in prima fila per dare le risposte ai tifosi, nella speranza che non debba più servire la discesa in campo della curva.

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