La ricerca della felicità - Cagliari News 24
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2015

La ricerca della felicità

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Massimo Rastelli, il Cagliari, il popolo rossoblù. Facce dello stesso dado che rotola puntando al solo risultato che possa davvero contare: la pronta risalita in Serie A:
Il club di Giulini, dopo la scoppola dolorosissima della scorsa stagione, ha scelto di ripartire da un nucleo di calciatori profondamente rossoblù (vedansi i vari Sau, Dessena), nuovi innesti al top (Storari su tutti) e uomini che hanno esperienza di Serie B ma puntano più in alto, da Di Gennaro che cerca la svolta tanto agognata a promesse in corsa come Fossati. Il mix di giocatori esperti e volti nuovi, ancora da completare con due o tre scelte di mercato, ha il compito di trovare un’unità di intenti forte e in grado di resistere alle tante insidie della cadetteria.

 

Il compito di creare le alchimie tattiche e umane spetta a mister Rastelli, tecnico emergente con una gran voglia di dimostrarsi all’altezza dei massimi palcoscenici. Uomo di campo e leader, l’allenatore ha da subito collegato strettamente il lavoro su moduli e schemi a quello sull’omogeneità della rosa. Già nel ritiro di Aritzo i ragazzi stanno sudando ma quasi sempre dietro un pallone o partecipando a giochi vari: evidente la ricerca di complicità, scendere in campo con i compagni deve essere percepito come uno stimolo prima ancora che come lavoro. Beninteso, i chilometri si mettono nelle gambe eccome. Lo stesso Rastelli, che sa come un leader vero non si limiti a indicare la rotta ma si piazza invece in testa al gruppo, conclude ogni sessione di allenamento restando sul prato a compiere giri di campo per liberare testa e gambe.
In tutto ciò emergono le caratteristiche anche tattiche di una squadra che adotta il 4-3-1-2 con un trequartista (Farias o Joao Pedro) di volta in volta più pronto all’imbeccata o all’incursione. Il Cagliari di questo precampionato riflette tanto del suo tecnico: squadra compatta e corta dove ognuno deve dare una mano ai compagni, e velocità nel ripartire in verticale appena riconquistato il pallone.
Ci sarà spazio anche per manovre d’emergenza come i cross contro difese chiuse (e i rossoblù ne troveranno tante, arrivando da favoriti); in questo senso è atteso a Cagliari l’arrivo di un ariete che permetta di passare ai traversoni dalle fasce.

 

Ultimo ma mai ultimo tassello del mosaico rossoblù è il popolo del Casteddu, vicino alla squadra nonostante la cocente delusione di pochi mesi fa. Già ad Aritzo il segnale è stato chiaro: la gente rossoblù c’è ed è pronta a sostenere gli sforzi di chi va in campo. Il ritiro sardo in questo senso ha funzionato nello stringere una volta di più i calciatori all’interno di un abbraccio mai soffocante ma sempre caloroso. Lo Stadio del Vento ha registrato il tutto esaurito nelle prime due amichevoli prestagionali, contro avversari ancora poco probanti ma già capaci di richiamare la folla. Le prossime gare in giro per l’isola (prima a casa Sant’Elia, poi a Olbia) proseguiranno nell’opera di far capire a tutti i partecipanti che il Cagliari non è una squadra qualsiasi.
Le premesse sono corrette, la strada è quella che tutti sognano. Ma è ancora lunghissima, quasi non è iniziata: la felicità può arrivare solo al termine di un cammino a volte faticoso ma sempre con la bussola puntata nella giusta direzione.

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