2013

La riscossa del diavolo

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Sono una donna che ama il calcio. Quindi, sono una donna che sogna anche di calcio. Stanotte ho sognato il risultato di Milan-Cagliari. 

Ho sognato che il Cagliari pareggiava una partita, dominata per tutto il secondo tempo, con un goal al 94′.

Perché Milan-Cagliari non è una partita come le altre per noi tifosi: il Milan è uno squadrone blasonato e noi, si sa, al cospetto delle grandi, ci presentiamo carichi di entusiasmo, piccoli ma ben equipaggiati.

Siamo lì, nel tempio del calcio, a tentare il colpaccio, tanto non abbiamo nulla da perdere, tanto se dovessimo perdere questa partita,
sarà perché l abbiamo persa contro il Milan, mentre se dovessimo vincerla sarà festa per tutti i giorni a seguire. 

Milan-Cagliari è anche qualcosa di più, nel Milan c’è un pezzetto di Cagliari: c’è mister Allegri, uno degli allenatori che ci hanno fatto maggiormente  sognare; c’è Matri, dalle nostre parti detto anche il ” traditore” perché si sa, noi sardi siamo così, puoi anche non piacerci troppo, ma se ci volti le spalle per altre direzioni, ci sentiamo abbandonati e traditi.

Scendiamo in campo con la maglia dei tempi gloriosi. Ci vuole mezz’ora per iniziare a veder giocare due squadre. Il Cagliari è così, quando non è in giornata lo si percepisce da subito e oggi non è proprio giornata. Spirito rinunciatario, poca grinta, nessuna azione che faccia sobbalzare dalle poltrone. Due goal del Milan firmati dalla regia di Balotelli tolgono fiato e gambe ai nostri, la difesa annaspa, con Astori ancora una volta a fare da spettatore passivo.

Al 32° minuto un sussulto, una perla di Sau illumina San Siro, ma è ben poco al cospetto di un Balotelli che fa un po’ ciò che vuole.
Nel secondo tempo segna ache il suo primo goal in campionato, praticamente un rigore. La difesa continua a dormire.
Il Cagliari fatica: Ibarbo, quando non è l’uomo in più, è il solito uomo in meno.

C’è tempo anche per l’esordio di Matri con la maglia rossonera. Un Pinilla inesistente lascia spazio a un Nenè inconcludente, insufficiente e a tratti indisponente.

San Siro rossonera si conferma un tabù.
E’ una seconda non buona quella dei rossoblù, ma va in questo modo, quando l’avversario è il Milan, lo stato di rassegnazione arriva più dolcemente.

Milan-Cagliari si archivia così, con un po’ di delusione ma non troppa, con un po’ d’amarezza ma non troppa: sì, è vero, sarebbe stato un bel sogno, ma si sa, il diavolo è lì, sempre in agguato a spegnere entusiasmi e ad annullare speranze.

E’ già tempo di sosta, 15 giorni per prepararci ad un altro arrembaggio.
C’è la Fiorentina che aspetta, un’altra big da affrontare, un’ altra speranza da coltivare.
D’altronde, il diavolo non può mica rubarci tutti i sogni…

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