Ladinetti: «Cagliari? La mia vita, ma ora penso a lavorare sodo»
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Ladinetti: «Cagliari? La mia vita, ma ora penso a lavorare sodo»

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Riccardo Ladinetti, ex giocatore del Cagliari, ha rilasciato alcune dichiarazioni in merito alla sua esperienza in rossoblù

Riccardo Ladinetti, ex giocatore del Cagliari, ha rilasciato alcune dichiarazioni a L’Unione Sarda in merito alla sua esperienza in rossoblù.

ADDIO CAGLIARI – «Strano, dopo dieci anni non è facile, però la vita e il calcio sono così. Ora sono contento di stare a Pontedera e di iniziare un nuovo percorso».

ESORDIO – «L’esordio è stata l’emozione più bella della mia vita. Mi sentivo pronto e la fiducia della società non mancava mai».

OLBIA – «In ritiro mi accorsi di non essere pronto per la Serie A e d’accordo col Cagliari scegliemmo Olbia per un percorso di crescita graduale».

PROBLEMI CARDIACI – «Stavo iniziando il ritiro con il Cagliari, dopo un anno a Olbia in cui ho fatto bene e mi sentivo pronto per essere valutato da mister Semplici. Durante le visite mediche qualcosa non andava e, dopo un mese di accertamenti, mi comunicarono uno stop di almeno tre mesi per un problema cardiaco forse connesso al Covid. I mesi divennero sei, ricordo lo sconforto e la paura di non poter tornare a giocare. Ora è tutto risolto, ma lì avevo iniziato a sentire minore fiducia da parte del Cagliari. Tornai ad Olbia, dove ripresi continuità e penso di aver finito in crescendo, con la soddisfazione dei playoff».

MANCATA CONVOCAZIONE – «Ogni società fa le sue scelte, ma la mancata convocazione è stato il segnale che non credevano in me, perché mi veniva tolta anche la possibilità di farmi valutare dall’allenatore. Per me una decisione non rispettosa e di cui sono venuto a conoscenza vedendo la lista dei convocati dai miei compagni. Neanche una chiamata per avvisarmi o qualcuno che mi spiegasse il motivo, che ancora mi è ignoto».

SPIEGAZIONI – «Al mio agente è stato detto che la decisione era già stata presa e che il Cagliari voleva ridurmi l’ingaggio e mandarmi in Serie C. Il rapporto era ormai rotto, ci siamo rifiutati di accettare una decisione unilaterale e non condivisa. Meglio dividersi, senza polemiche. Ma ho ritenuto che il meglio per me fosse di non sottostare alle loro decisioni e di fare il mio percorso in autonomia».

PONTEDERA – «Avevo bisogno di un contesto sano e sereno dove ripartire con equilibrio e sentendomi importante, qui a Pontedera me lo hanno consentito».

CAGLIARI – «Cagliari è la mia vita. Farò sempre il tifo per i miei ex compagni e amici che sono lì e auguro alla squadra e ai tifosi di raggiungere ciò che meritano. Io ora penso a fare il calciatore professionista ad alti livelli, continuando a lavorare sodo. Non devo dimostrare niente a nessuno se non a me stesso, né prendermi rivincite. Ognuno prende liberamente le proprie scelte e se ne assume le conseguenze».

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