2014

Lavori in corso

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E’ tempo d’estate, è tempo di mondiali e il campionato si sa, passa in secondo piano, anche quando in una piazza come Cagliari, va in scena il futuro…
Un ribaltone senza precedenti che coinvolge squadra, società, allenatore, tifosi, ma sopratutto mentalità.
Giulini si presenta e parla di brand, marchio, globalizzazione del rossoblù pensiero, mentre i tifosi, ancora scettici dopo la paradossale messa in scena degli americani, stanno a sentire diffidenti.

Ma nel 2014 il calcio deve prendere questa strada, perche’ lo impongono i mass media, ce lo mostrano il resto delle squadre d’Europa e addirittura osservando i mondiali, il resto delle squadre di molte parti del mondo in cui hanno appena imparato a
giocare… almeno questo è ciò che a noi piace pensare.
Il vecchio modello di calcio italiano non piace più, non fa più invidia e oltre le Alpi, con le loro squadre modello, ci osservano
come fossimo ancora fermi agli anni in cui tutti i calciatori facevano carte false per venire a giocare nel bel paese.
E invece no, non è più cosi: le nostre strutture sono vecchie, fatiscenti e a breve accanto alla visita guidata al Colosseo, probabilmente verrà proposta anche quella degli stadi italiani. 
I nostri giocatori sono sempre troppo “anziani” e sentiamo il bisogno di inserire in squadra gli oriundi perche’ non siamo in grado di valorizzare i nostri giovani.

E allora ben venagano i cambiamenti a partire dalla nostra amatissima squadra, perché Giulini ha 37 anni e quella voglia di fare che era ormai per Cellino un lontano ricordo, perchè Zeman è il mister che per eccellenza ha il potere di valorizzare i giovani e far tornare freschi i meno giovani.
Il compito del nuovo presidente, sara’ chiaramente mettere tra le mani di un allenatore con determinate caratteristiche, una squadra adatta al gioco veloce e aggressivo.
Servono forze fresche, serve che i giocatori si diano davvero da fare e serve sopratutto che i giocatori siano spudorati e sfacciati almeno quanto il proprio mister.

Ben venga il “Cagliari village”, i punti di aggregazione per chi vuole condividere una passione comune oltre la domenica allo
stadio, perche’la squadra di calcio della propria città diventi la squadra davvero di tutti, perché ognuno possa avere e sventolare con orgoglio un vessillo rossoblù e sentirsi parte integrante e viva di una società che rappresenta la propria terra.
Ma non scordiamoci che il Cagliari, per appartenenza territoriale e geografica, è già un simbolo di una terra, di una 
regione intera e allora, la speranza è che questo bel vento di novità soffi su tutto l’ambiente senza scordare che in noi tifosi,
la grande passione per la nostra terra e per la nostra squadra simbolo è solo sopita e va risvegliata con l’entusiasmo di chi in
punta di piedi tenta di fare una rivoluzione senza dimenticare di partire da alcuni capisaldi che per noi sono imprescindibili.

La nostra bandiera Daniele Conti si appresta a guidare per il 16° anno la squadra e questa è cosa buona e giusta.
La seconda cosa in ordine d’importanza è che abbiamo necessità immediata di una sterzata forte sulla questione stadio.

Per ora ci limitiamo a dare un benvenuto di cuore a Giulini, a Zeman e al cambiamento che sarà.

Buon lavoro a tutti.

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