Ex Rossoblù
Lazzari sulla 10 a Cagliari: «Mi sembrava forse eccessivo darmela subito. Fu Cellino a consigliarmi»
Andrea Lazzari, giocatore del Cagliari tra il 2008 ed il 2011, ha rilasciato delle dichiarazioni sugli anni passati in Sardegna
Andrea Lazzari, ex giocatore del Cagliari, con la maglia rossoblù ha giocato 104 partite in tutte le competizioni, condite da 9 goal e 15 assist. Il classe ’84 della Vigor Senigallia ha rilasciato una lunga intervista a SerieD24 nel corso della quale ha tirato fuori diversi spunti derivanti dall’esperienza vissuta in Sardegna tra la scelta della maglia, l’amicizia con Davide Astori e tanto altro. Queste le sue parole:
MAGLIA NUMERO DIECI – «E’ stato Massimo Cellino a consigliarmi di prenderla. Quando ad inizio stagione abbiamo fatto la lista dei numeri, essendo l’ultimo arrivato, scelsi uno di quelli rimasti e Diego Lopez, il capitano, consegnò l’elenco in sede. Qualche giorno dopo viene da me Diego Lopez dicendo che il Presidente voleva che io indossassi la dieci. Io fui restio, vedendo soprattutto chi la indossò prima di me: ero l’ultimo arrivato, mi sembrava forse eccessivo darmi subito la dieci. Parlandone poi in famiglia, soprattutto con papà che mi disse di essere contento di ciò, decisi di accettare»
TRAGUARDO SFIORATO – «Le 100 presenze? Sarebbe stato bello ma purtroppo è andata così (è arrivato a 99 in campionato n.d.r.)»
ASTORI – «Siamo arrivati insieme a Cagliari, nello stesso anno. Il secondo anno poi, fummo convocati entrambi per la prima volta in Nazionale. Quando mi è arrivata la notizia, sinceramente facevo fatica a crederci. Ero qui a Senigallia, ho chiamato il magazziniere della Fiorentina per accertarmi della veridicità della notizia. Mi chiamarono degli amici anche da Udine. Insomma, non volevo crederci. Mi ha scosso. Davide era lo stesso ragazzo che si vedeva in tv: solare, sempre con il sorriso in faccia. Incitava i compagni e aveva sempre una parola buona per tutti»
ESULTANZA TIPICA CON MATRI – «Essenzialmente era indirizzata al mister Allegri. Era per dirgli che doveva farci giocare di più. Di solito noi entravamo nel secondo tempo e spesso, riuscivamo a segnare. Era come a dire ‘Ehi mister, facci giocare un po’ di più»
LA BRAVATA – «Volevo fare uno scherzo in sede del Cagliari e invece avevo chiamato la capitaneria di porto. Tutto si risolse subito, però ad accompagnarmi in questura c’era proprio Ale. Sono tornato a casa con un verbale di procurato allarme alla Marina Militare»