2015
Festa: «Brutto retrocedere davanti al nostro pubblico. Contro il Cesena ho in mente qualche cambio di formazione»
Penultimo impegno stagionale per il già retrocesso Cagliari di Gianluca Festa. Il tecnico monserratino presenta in conferenza stampa la trasferta di Cesena.
Romagnoli che a detta dell’allenatore rossoblù daranno il massimo per cercare di vincere, così come hanno fatto a Napoli: «Ho convocato chi sta bene, cerchiamo la miglior formazione possibile. Ci sono tanti assenti, ma chi è convocato è motivato e ha voglia di giocare questa partita. Incontriamo un Cesena retrocesso ma che non molla, si è visto anche contro il Napoli».
FUTURO DEL TECNICO- «Io non mi sento sotto esame, cerco di fare il massimo: anche il futuro di un allenatore è sempre legato ai risultati. Certo, se ci fosse la possibilità sarei onorato di continuare ad allenare il Cagliari. Non decido io però, e ringrazio il presidente che mi ha dato questa possibilità. Ho cercato di fornire il massimo impegno, insieme ai miei collaboratori abbiamo lavorato tantissimo. Le valutazioni poi spetteranno ad altri. Domenica scorsa è stata una bella mazzata, per quanto ci si aspettava che potesse succedere. Fa male retrocedere davanti al proprio pubblico e dopo una partita ricca di occasioni. Ora bisogna voltare pagina e ricostruire qualcosa di importante. La vita di un allenatore è legata alle opportunità che vengono concesse, è ovvio che valuterò a fine stagione. Se qualcun altro chiamerà ci dovrò pensare».
FORMAZIONE- «Martedì alla ripresa degli allenamenti il morale era basso, c’è voluto qualche giorno per metabolizzare. Ora i ragazzi hanno capito che restano due gare e il miglior modo di congedarsi da questo campionato è fare bene. Sia per chi resterà che per chi partirà sarà importante fare bella figura. Cercherò di mettere in campo l’undici migliore, certo con qualche cambio anche a favore di qualcuno che ha giocato meno. Domani al termine della rifiniturà comunicherò la formazione ai giocatori, quindi per ora non la divulgo. Questa rosa possiede una buona base per ricostruire qualcosa di importante».
CALCIOSCOMMESSE- «La situazione dell’Atalanta? In questi giorni si sentono tante cose brutte che hanno poco a che fare col calcio, ma io non penso a cose del genere. Non ci sfiora in questo momento, guardiamo solo a noi stessi. Da sportivo queste notizie giudiziarie fanno male, fanno perdere la fiducia ai tifosi e minano la passione. Questo è il danno maggiore, anche più che le perdite economiche. Il calcio ha ancora una parte sana, bisogna puntare su quella».
VICINANZA DEI TIFOSI? FA PIACERE- «L’affetto dei tifosi mi fa piacere, è la mia gente. Forse hanno capito che ce l’abbiamo messa tutta, senza fare chissà cosa ma cercando di dare tutto in una situazione difficile. Anche io col mio staff ci prendiamo una fetta di responsabilità, come è giusto, ma fa piacere sentire che la gente ci è vicina».
LA RICETTA PER FARE BENE IN B- «La Serie B è un campionato lungo e difficile, serve continuità. Servono giovani con voglia di emergere e gli anziani giusti che portino cattiveria agonistica ed esperienza. Ci vogliono giocatori che abbiano dimestichezza col gol, ma anche la fase difensiva è importantissima. Quando dico che è mancata la fame parlo di fame agonistica vera, quella che prescinde da fama e milioni. Se guardiamo campioni come Tevez ci rendiamo conto della grinta in campo, di quello che io intendo per fame. Non so se si possa allenare questo tipo di spirito, ma giocatori che hanno attitudine alla lotta si possono unire e formare uno zoccolo duro: gli altri devono per forza andare nella stessa direzione».
MANCATO UTILIZZO DI HUSBAUER- «Husbauer? L’ho avuto a tratti, è mancato anche per problemi familiari: non ho potuto vederlo compiutamente, e basandomi su quello che ho potuto vedere in settimana ho fatto le mie scelte. Dispiace quando un giocatore non ha la possibilità di dimostrare il suo valore, ma io sono arrivato a sette giornate dalla fine e l’ho avuto in maniera discontinua; oltretutto la condizione fisica non era la migliore, e non c’era il tempo di aspettarlo».
Dichiarazioni riportate dal nostro inviato Sergio Cadeddu