2015
Pisacane: «Sputerò sangue per difendere i colori rossoblù»
Fabio Pisacane è arrivato al Cagliari dall’Avellino, come il suo allenatore Rastelli. Dopo tanta gavetta nelle categorie inferiori, il difensore cresciuto nelle giovanili del Genoa, sogna di arrivare in Serie A. Per farlo ha scelto il rossoblù. Carico e motivato, così si è presentato Pisacane in conferenza stampa ad Asseminello, ecco le sue parole: «Da un paio di mesi avevo comunicato all’Avellino che a fine stagione sarei andato via. Ho colto al volo l’occasione per venire a Cagliari appena si è presentata. Io nasco centrale, all’occorrenza posso fare il terzino. Balzano è una concorrenza di qualità, ho molto rispetto per lui. Questa squadra ha il suo valore aggiunto nel gruppo, abbiamo messo le basi giuste e poi il campo deciderà chi gioca. Mi ha colpito la disponibilità di gente che giocava in Serie A fino all’anno scorso. Dà l’atteggiamento giusto a tutti. Rastelli ha voluto che venissi qua, grazie al club questa cosa si è avverata. Il mister basa tutto sul rispetto, ti dà tanto e pretende tanto. Lavora 365 giorni all’anno sul campo. Le prime uscite hanno dimostrato che abbiamo un’identità precisa. Voglio onorare questa maglia, farò il massimo per dare il meglio di me stesso. La B è lunga e stressante, non esiste fare calcoli prima. Io posso essere l’esempio, ad Avellino sono arrivato quando eravamo una matricola e poi al giro di boa eravamo al vertice; l’anno scorso abbiamo perso la promozione per una traversa. Per anni ho programmato le vacanze in Sardegna ma non riuscivo mai a venire. Aspettavo di venire a giocarci, ma mia moglie diceva che il Cagliari era troppo per me. Adesso eccomi qua, sono felice di stare in mezzo al popolo sardo perché è gente che sa quello che vuole. Arrivo dai campi in terra battuta, quando ho rifiutato la combine ho semplicemente difeso la mia passione. Avevo intorno gente onesta che mi ha confortato, ma non mi sento un eroe e credo che tanti miei colleghi avrebbero fatto lo stesso. A 29 anni posso dare consigli a un ragazzino, ma oggi non è facile trovare giovani aperti al dialogo. Noi abbiamo tanti giovani che ascoltano ed è una fortuna. Io ho sempre applicato quello che chiede Rastelli, interpretando il suo spirito. Non possiamo definirci amici, non esiste amicizia fra allenatore e giocatore. Poi certamente il dialogo c’è, ma con me come con altri. Ho quasi sempre visto il Cagliari in A, ricordo campioni come Zola e Mboma: per me essere qua è motivo di grande orgoglio, ringrazio il mister e il club. Cercherò di meritarmi questa maglia sputando sangue per i colori rossoblù»
Dal nostro inviato ad Asseminello Sergio Cadeddu