2014
Lopez si presenta a Bologna: «Grazie Cagliari, ora una nuova sfida»
Diego Lopez è stato presentato questo pomeriggio a Bologna nella sua nuova veste di allenatore della squadra felsinea. Il tecnico uruguagio si è mostrato desideroso di mettersi alla prova in una piazza blasonata come quella bolognese pur dovendo ripartire dalla Serie B.
GRAZIE CAGLIARI – El Jefe non dimentica certo i suoi trascorsi in Sardegna, la terra che lo ha accolto 15 anni fa e lo ha visto diventare titolare prima, poi capitano di lungo corso ed infine allenatore. Per il mondo rossoblù Lopez ha parole al miele, come riporta corriere.it: «Sono rimasto a Cagliari tanti anni, i sardi assomigliano molto agli uruguagi, sono stato trattato bene e ho sempre avuto un grande rapporto con la società. Sono stato un anno senza giocare, a studiare da tecnico perché la società lo ha voluto, i miei tre figli sono nati in Sardegna e sono molto legato a quella terra. Colgo il momento per ringraziare Cagliari per quindici anni straordinari, mi ritengo uno di casa. Essere fuori dalla Sardegna per la prima volta è una vera sfida per me, darò il massimo perché mi affascinano le sfide».
AVANTI SENZA PAURA – In un momento turbolento per la società, Lopez manifesta fiducia nella dirigenza del Bologna e si indica la strada per un pronto rilancio del club: «Per me è un onore essere qui e ringrazio il club per la fiducia. So dove sto venendo, in una società neoretrocessa: mi aspetto un ambiente non facile ma non mi spaventa nulla. Fusco e Guaraldi mi hanno trasmesso voglia ed entusiasmo, sono venuto in serie B ma per fare il meglio: ho fiducia nel mio lavoro e voglio riportare la gente allo stadio, perché Bologna come piazza e come realtà non merita questa categoria. So che è una società con dei problemi, ma ho voglia di fare bene».
IN CAMPO – Dopo due stagioni inchiodate al modulo 4-3-1-2 fra giovanili e prima squadra del Cagliari, mister Lopez non rinnega il suo credo tattico ma sottolinea come i numeri non siano sufficienti a far bene. Occorrono dedizione, spirito di gruppo e tanto altro: «4-3-1-2 o 4-3-3, più o meno staremo su questi due modulo. Mi piace giocare col tridente, i giocatori offensivi nel calcio piacciono a tutti. L’obiettivo è giocarsela partita dopo partita. La B è un campionato lungo, ora andremo in ritiro a lavorare e per noi ogni partita andrà vissuta come una finale. Quando dico che voglio portare gente allo stadio intendo che deve vedere una squadra che ha voglia, entusiasmo, che appena perde palla combatte per recuperarla e poi si propone attraverso il gioco. Quanto alla formazione della squadra, l’idea è mixare giovani e qualche ragazzo con esperienza».