Continua a far discutere l’atteggiamento degli inglesi dopo la sconfitta con l’Italia: ben diverso da quello elegante e signorile di Luis Enrique
Signori si nasce, vero Luis Enrique? Non servirebbe nemmeno scomodare Totò per evidenziare le differenze stilistiche con chi ha dimostrato colossali limiti in termini di sportività e rispetto.
Non si placano infatti le polemiche su quanto visto domenica sera durante la premiazione di Euro 2020. Buona parte dei giocatori inglesi ha infatti immediatamente levato dal collo la medaglia del secondo posto, scatenando proteste e critiche furibonde da parte principalmente dei loro tifosi. Oltretutto, non è la prima volta che gli inventori del calcio (ricordate It’s coming home...?) si macchiano di quest’onta che poco ha che fare con il rispetto degli avversari.
Appena poche settimane fa il Manchester United si comportò in egual maniera dopo la batosta subita dal Villarreal nella finale di Europa League, mentre ben differente era stato l’approccio di Pep Guardiola dopo l’inopinato fallimento del suo Manchester City nell’epilogo amaro di Champions League contro il Chelsea.
Un modo di vivere la sconfitta evidentemente ben poco british, che invece sembrano aver assimilato al meglio gli iberici. Perché è quanto mai stridente il confronto con ciò che Luis Enrique ha proposto durante Italia Spagna: sempre con il sorriso anche nel momento più difficile, complimentandosi e abbracciando tutti i giocatori azzurri, non appellandosi a chissà quali sfighe e congiure di fronte alle telecamere. Un esempio di fair play e rispetto assoluto che ci ha fatto apprezzare l’uomo ancor più dell’allenatore.
Soprattutto in tempi moderni così difficili, nei quali valori come signorilità e cavalleria sembrano aver smarrito del tutto il loro significato più profondo. In particolare nel mondo del calcio, ricettacolo di prepotenza e vittimismo che spesso fatica a riconoscere il merito degli avversari. Più Guardiola, più Luis Enrique e meno bulletti inglesi per favore.