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Oliveira: «Nicola è un allenatore in gamba, servono giocatori sulle fasce. Luvumbo? E’ spettacolare» – ESCLUSIVA

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Luis Oliveira, ex attaccante del Cagliari, ha parlato così ai nostri microfoni dell’attuale situazione degli isolani di Nicola

Luis Oliveira, ex attaccante del Cagliari, ha parlato in esclusiva ai nostri microfoni di CagliariNews24 del Cagliari attuale e di mister Davide Nicola. La squadra isolana si trova attualmente in Valle d’Aosta per continuare la preparazione in vista della prossima stagione. Oliveira ha parlato di questo e non solo. Le sue dichiarazioni:

Il Cagliari riparte dopo una salvezza conquistata con mister Ranieri. Cosa ne pensa del nuovo tecnico?
«L’addio di Ranieri è arrivato dopo due anni veramente spettacolari, vissuti con gioia. La società si è mossa molto bene nel cercare questo allenatore; Nicola, dal mio punto di vista è in gamba, e ha fatto sempre bene anche se ha cominciato le sue avventure sempre dopo l’inizio del campionato. Credo che questo allenatore porterà qualcosa di nuovo. Un allenatore come lui è esperto nel suo lavoro e cercherà di dare qualcosa di importante per questi ragazzi».

Abbiamo parlato dei meriti della società che ha trovato un nuovo allenatore, ma secondo lei cosa manca a questo Cagliari?
«Da ciò che ho visto l’anno scorso, mancava gioco sulle fasce. La cosa più importante è avere due giocatori forti sulle fasce come Luvumbo che nell’uno contro uno è veramente spettacolare, da vedere. Il Cagliari ha fatto tanti errori banali che sono costati tantissima fatica e tantissimi errori. Fino a un certo punto, il Cagliari ha fatto vedere un calcio fatto di grinta che però in certe partite mancava. La squadra può anche perdere come può vincere e pareggiare, ma ci sono modi e modi di perdere. Quando i tifosi vedono che la squadra ha dato tutto per cercare di pareggiare o di vincere una partita, c’è l’amarezza per la sconfitta, ma si torna a casa con un pensiero positivo».

Ha parlato molto bene di Luvumbo. Oltre a lui, ci sono giocatori che mi hanno dato sensazioni positive da cui il Cagliari dovrebbe ripartire quest’anno?
«Scuffet ha fatto una stagione veramente importante. Si vedeva come lui guidava tantissimo la difesa. È già qualcosa di importante. Manca qualche giocatore di esperienza o giovane che possa orientare ancora di più la squadra. Il parlare nel mondo del calcio è fondamentale».

Secondo lei, quali squadre sono tra le favorite per lo concorrere allo Scudetto? Quali squadre sono invece le favorite per la corsa alle competizioni europee?
«Ci sono squadre competitive che cercheranno di vincere il campionato, saranno sempre le stesse. C’è l’Inter, perché è una squadra che quando gioca fa vedere tante cose belle che altre società non riescono a mettere in mostra. Poi c’è la Juve con un nuovo allenatore: anche loro non possono sbagliare quest’anno. A Napoli è arrivato Antonio Conte che sta provando a costruire la squadra. Anche se non sarà facile, le squadra da battere sono Inter, Milan e Napoli, quelle che possono vincere il campionato. Quanto riguarda l’Europa c’è la Fiorentina, c’è l’Atalanta (che ormai è una big del campionato). La Lazio la vedo un po’ lontano. Ha cambiato allenatore, ma il calciomercato della Lazio non è così importante come quello degli altri».

Capitolo europei e Copa America che siamo stati vinti, rispettivamente da Spagna e Argentina. Da una parte c’è il Brasile dall’altra l’Italia. Cosa ne pensa?
«Ho visto qualche intervista dei grandi campioni come Zico o Falcao. Hanno parlato della Nazionale brasiliana. È vero che il calcio è cambiato tantissimo ma erano consapevoli di una cosa molto importante: sapevano che stavano giocando per un Paese intero. La cosa che dà fastidio è che il giocatore porta i parrucchieri nel ritiro, prima della partita si scatta foto con il telefono, i capelli, i tatuaggi, tutte cose che prima non esistevano. La televisione ora va dentro lo spogliatoio e lo spogliatoio è un luogo sacro per i giocatori. Ci sono sponsor, soldi in giro e diventa più facile entrare nello spogliatoio. Una partita deve avere la concentrazione massima. Il Brasile è in difficoltà perché quasi tutti i giocatori brasiliani giocano all’estero. Diventa difficile, posso capire 4-5 ma sono tantissimi. Devono prendere quei giocatori che hanno la fame di dimostrare qualcosa. Noi non siamo più in grado di vincere niente. Basta guardare a quanto tempo è passato dall’ultimo campionato del mondo vinto. L’Italia è la stessa cosa. Va bene che c’era un allenatore nuovo che ha portato allenatori giovani. Ormai nessuna società però, a parte l’Atalanta, fa crescere i giovani. Abbiano visto anche la Spagna con ragazzini di 17 anni che giocano: in Inghilterra, Spagna e Germania giocano con la loro Nazionale. In Italia a 18 anni sei ancora giovane e ti mandano nel campionato di Serie B o Serie C. Cosa ci fai? Se hai un giocatore forte, lo fai allenare con la prima squadra, con i giocatori di grande esperienza e grandi campioni che possono dare un colpettino nella testa e dire al ragazzo “Sei bravo, continua così”. Questo lo motiva ancora di più. È difficile che accada ciò se lo mandi in Serie B»

Chi sale dalla Serie B?
«Il campionato è molto difficile. E’ altrettanto difficile dire chi vince o non vince. Può esserci una squadra che ha fatto un calciomercato importante è che poi non arriva neanche a contendersi il terzo, quarto e quinto posto. Non è facile dire che vince o chi non vince, si vede partita dopo partita»

Si ringrazia Luis Oliveira per la gentilezza e cordialità mostrata nel corso di questa intervista

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