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Luvumbo, tutti lo tengono d’occhio: ma il suo talento non è una novità per il Cagliari  

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Zito Luvumbo è un giocatore da tenere d’occhio, ma per il Cagliari non è di certo una novità: Serie A ideale per affermarsi

Un giocatore da tenere d’occhio. Se ne stanno accorgendo tutti, eccetto il Cagliari. Zito Luvumbo sta scavalcando le gerarchie negli schieramenti di mister Claudio Ranieri e continua a far parlare di sé. Tra tanti sorrisi, talento e un’esplosività inarrestabile, l’angolano ha giocato i suoi primi sprazzi del massimo campionato di Serie A. Protagonista della scorsa stagione in Serie B, Luvumbo è salito alla ribalta del calcio italiano mettendosi in mostra nella semifinale playoff dell’Unipol Domus contro il Parma. La sua doppietta (in collaborazione al diligente e cinico Gianluca Lapadula) ha permesso di riequilibrare le sorti di una partita che sembrava sfuggire minuto dopo minuto ma che, tanto velocemente quanto le sue gambe sul prato ci calcio, è cambiata in un attimo. Il Cagliari vince 3-2 e la certezza è che il Cagliari ha in mano una stella grezza. Non solo. Perché Luvumbo ha la fortuna di avere dietro le sue spalle un signor allenatore. Un gioiello grezzo che può essere lavorato al meglio dalle mani esperte di mister Ranieri. Il miglioramento è stato evidente. Luvumbo porta nei piedi e nella testa un talento indiscusso.

Dopo aver fatto girare la testa ai difensori del Torino e aver messo in mostra spunti buonissimi ed interessantissimi nel ko casalingo contro l’Inter, col Bologna (nonostante la sconfitta degli isolani) si è visto qualcosa di differente. Una sorta di sprazzo lucente dove Luvumbo (manco a dirlo) si è inserito facendo strabuzzare gli occhi a tutti i tifosi dello stadio Dall’Ara. Controllo a seguire sulla corsia di sinistra, avanza e nessuno riesce a prenderlo e conclude con un tiro forte (a incrociare) sul palo opposto. Una rete già ribattezzata “alla Gigi Riva”. Il paragone probabilmente non ci sta, ma il primo gol in Serie A dell’angolano ha detto tanto, tantissimo. Luvumbo è un predestinato, una freccia e, ora, pure un goleador. Non solo l’uomo capace di spaccare le partite a gara in corso, magari subentrando dalla panchina. Perché ad oggi Ranieri pensa più a chi schierare accanto a Luvumbo, piuttosto che chiedersi quali saranno le due punte. Proprio per il tecnico di Testaccio, Luvumbo ha espresso parole di affetto e benevolenza nelle scorse settimane: «E’ come un secondo padre. Fuori dal campo è cordiale e affettuoso. In allenamento dice in continuazione quello che vuole da me, mi da tanti consigli e soprattutto mi chiede di fare gol. Devo dire un grazie a lui, alla società e al presidente Giulini che ha creduto in me, mi stanno dando grande fiducia».

Per velocità e movenze, Luvumbo richiama il ruolo di esterno a tutto campo. Proprio contro il Bologna, Luvumbo si è reso protagonista di una prestazione dominante in campo: 5,9 chilometri percorsi, 32,42 km/h, addirittura 33,2 contro l’Inter all’Unipol Domus. Con Ranieri in panca, l’angolano è stato spostato più avanti, più vicino alla porta, a ruotare attorno a una punta “pesante” come capitan Leonardo Pavoletti, il goleador Gianluca Lapadula o l’ultimo arrivato Andrea Petagna. La stagione 20023/24 sarà quella della consacrazione per Luvumbo? Dipende tutto da lui, come per ogni giocatore nel mondo del calcio e, in generale, come ogni sportivo che, ogni giorno, mira a migliorare sé stesso e la squadra per cui gioca: «Mi vedo come un giocatore importante del Cagliari. Obiettivi? Giocare in Champions League, magari con il Cagliari un giorno, portare l’Angola in Coppa d’Africa e poi al Mondiale».

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