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Malagò: «Servono sacrifici. Taglio stipendi? Dipende dai guadagni…»
Giovanni Malagò, presidente del CONI, si esprime sul momento vissuto dal calcio italiano. E non appare del tutto convinto dall’ipotesi di taglio degli stipendi
In questi giorni il calcio italiano, rappresentato dal tavolo di lavoro istituito dalla FIGC che comprende anche ogni Lega, sta ragionando sulle proposte da inviare al governo per affrontare meglio la crisi Covid-19. Il presidente federale Gravina lavora a stretto contatto anche con Giovanni Malagò, presidente del CONI, che ha parlato a Radio 24 del momento del calcio italiano: «Giocare in estate? Non lo so, dipende da UEFA e FIFA. Da adesso tutti devono fare sacrifici e compromessi, bisogna entrare in questo ordine di idee. Se ognuno rimane aggrappato al suo orticello la situazione non la trovi. Oggi comanda l’OMS: se la comunità scientifica dice che da oggi si può iniziare a fare qualcosa, che sia la corsa o i contatti tra giocatori, allora ci può essere speranza», riporta l’Ansa.
TAGLIO STIPENDI – Così il numero uno dello sport italiano sull’eventualità di ridurre gli stipendi dei calciatori: «Magari levare il 30% a un giocatore che guadagna 10 milioni netti è un conto, levarli a un professionista di Serie B o Lega Pro è una cosa diversa. Forse è giusto che chi ha maggiori possibilità cerchi di aiutare, sta già accadendo. Paura che il nostro campionato perda ancora di valore? No, ci sono tanti discorsi aperti. Anzi, oggi forse abbiamo possibilità di livellarci con i club stranieri, non ripetendo vecchi errori però».