Ex Rossoblù
Maran: «Ho scelto il 4-3-2-1 per esaltare le caratteristiche del Cagliari»
L’ex allenatore del Cagliari Rolando Maran, nel corso di un seminario online con MyAiac, ha parlato della scelta di puntare sul 4-3-2-1
Il doppio trequartista ha fatto le fortune del Cagliari nella prima parte di stagione. Rolando Maran, ospite di un seminario online con MyAiac (l’Associazione italiana degli allenatori di calcio), ha parlato del perché ha puntato sul 4-3-2-1.
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LA SCELTA DEL 4-3-2-1 – «Un allenatore deve valutare le caratteristiche dei giocatori e farne esaltare le qualità. La scelta di giocare con il doppio trequartista nasce dalle caratteristiche tecniche della squadra. Con i giocatori bravi diventa anche più facile. Tengo conto dell’indice di pericolosità della mia squadra e cerco sempre di aumentarlo. Poi più che i numeri bisogna fissare alcuni principi che vanno bene per qualsiasi sistema di gioco. Contro l’Inter per esempio abbiamo giocato con un altro modulo e la difesa a 3, ma senza snaturare i nostri principi. L’abbiamo fatto per sporcare e rallentare il gioco avversario».
PIÙ MODULI – «In ritiro ho sempre lavorato su più moduli – ricorda Maran – Durante la stagione è difficile improvvisare nel momento in cui ne hai bisogno com’è successo in alcune partite. Potevano essere di più, ma fa parte della stagione e vorrei parlare solo di calcio. Nel corso delle gare mi capita spesso di cambiare modulo e lo facevo anche in settimana in previsione delle difficoltà che avremo potuto avere in partita. Stavo iniziando a lavorare anche sul 3-4-2-1».
DIFFICOLTÀ – «Ci sono allenatori bravi a preparare la partita sulla squadra avversaria. A volte ci siamo trovati in difficoltà contro squadre che giocavano con la difesa a 4 piuttosto che a 3. Eravamo un po’ meno pericolosi, ma dipende sempre dagli avversari. Per innescare i trequartisti devi giocare a calcio. Se ce lo impedivano dovevamo sfruttare altre soluzioni. Quando c’è tanta densità centralmente, preferisco allargare il gioco per attaccare con gli esterni. La costruzione bassa dipendeva dalle squadre avversarie, non era fissa».
DOPPIO TREQUARTISTA – «Per giocare in quella posizione servono giocatori che sanno leggere le situazioni e smarcarsi bene tra le linee, oltre alle qualità tecniche. Non c’è più il 10 di una volta, oggi il trequartista dev’essere più completo. Il doppio trequartista in sé non aumenta l’indice di pericolosità. Per le caratteristiche dei giocatori che avevo a disposizione a Cagliari siamo diventati più pericolosi».
IN DIFESA – «Che sia un trequartista o due trequartisti, agli attaccanti e al trequartista faccio coprire la parte centrale del campo per tenerli sempre nel vivo del gioco. Quest’anno giocare con il doppio trequarti ha abbassato anche l’indice di rischio che subivamo. La decisione del modulo la prendi in base agli allenamenti e a ciò che vedi. Era una soluzione, ma non l’unica. Ho scelto questa strada per poi costruire dei sincronismi efficaci».