2014
Mi ritorni in mente: ripercorriamo insieme gli ultimi 15 anni di storia rossoblù. Cagliari 2002-03: il ritorno di Ventura
Massimo Cellino confermò alla guida del Cagliari il tecnico Nedo Sonetti, reduce dalla salvezza ottenuta l’anno prima. Il presidente rossoblù cedette in estate il centrocampista Sulcis e l’attaccante Negri, mentre Scarpi lasciò la Sardegna a parametro zero. A gennaio arrivò invece la cessione di Alessandro Colasante, trasferitosi al Catania. Per far fronte a queste partenze furono acquistati i difensori Loria, centrale col vizio del gol, e nella sessione invernale del calciomercato il terzino Macellari, di nuovo a Cagliari dopo due anni bui passati tra Inter e Bologna. A centrocampo arrivarono poi i botti di una campagna acquisti scintillante: oltre agli innesti di Guana, in prestito dal Brescia, e dell’argentino Pineda, arrivato anch’egli a titolo temporaneo ma dall’Udinese, a sorpresa tornò a vestire la maglia rossoblù l’uruguayano Fabian O’Neill, disposto a scendere in Serie B pur di ritrovare quella tranquillità persa nella penisola. Anche l’attacco venne rinforzato grazie all’acquisto della punta centrale Bucchi, proveniente dal Catania. Inoltre tornarono nell’isola, per essere protagonisti, i due talenti provenienti dal vivaio Carrus e Capone, reduci da diverse stagioni in prestito nelle serie minori.
La stagione non iniziò però nel migliore dei modi, tanto che il tecnico di Piombino fu esonerato a causa della perentoria sconfitta subita ad Empoli per 3-0, che costò l’eliminazione dalla Coppa Italia. Cellino richiamò così alla sua corte mister Giampiero Ventura, che aveva guidato il Cagliari dal ’97 al ’99, rendendosi protagonista nella prima stagione di una grande promozione in Serie A, mentre nella seconda di uno strepitoso campionato da metà classifica nella massima serie. Il cambio di allenatore ravvivò la compagine rossoblù, che dopo le prime dieci giornate di campionato occupava il primo posto nella classifica della serie cadetta. Dopo aver pareggiato tra le mura amiche col Napoli, i sardi vinsero per 1-0 contro Ternana e Genoa, prima di perdere di misura contro il fortissimo Siena. Nelle successive sei gare arrivarono due vittorie contro Ascoli e Verona e quattro importanti pareggi contro Palermo, Lecce, Venezia e Cosenza. Il Cagliari, quasi inaspettatamente, stava compiendo un cammino molto simile a quello che nel ’98 aveva garantito la promozione in Serie A. Arrivò però puntuale il fattaccio: al Sant’Elia contro il Messina un tifoso entrò in campo e colpì il portiere siciliano Manitta. Questo triste episodio costò ai rossoblù la sconfitta per 2-0 contro i giallorossi e la squalifica del campo per tre turni di campionato, poi ridotti a due. I sardi, dopo aver perso contro la Triestina, ospitarono allo stadio Manconi di Tempio Pausania la Salernitana e la Sampdoria. Contro i campani, che cercarono in tutti i modi di non far disputare la gara, ritenendo che il campo da gioco dello stadio gallurese non fosse in regola, arrivò un perentorio 2-0, firmato Esposito-Melis. Anche la capolista Sampdoria dovette arrendersi al comunale di Tempio, grazie ad un gol realizzato nei minuti finali dell’incontro da Andrea Capone.
Il Cagliari non riuscì però a replicare in trasferta le vittorie casalinghe. Al di fuori dei confini isolani arrivarono tante sconfitte, qualche pareggio e due sole vittorie. Il primo successo lontano da casa fu un 3-1 rifilato al Genoa alla ventiquattresima giornata di campionato. I mattatori dell’incontro furono gli attaccanti Suazo e Langella e il difensore Loria. Per festeggiare una nuova vittoria dei sardi occorre però aspettare: dopo la debacle interna contro il Siena, i rossoblù pareggiarono contro Ascoli, Verona, Palermo e Lecce, prima di tornare nuovamente al successo contro il Cosenza, schiantato al Sant’Elia grazie ai gol di Suazo, Esposito e Loria. Importanti poi le tre affermazioni consecutive in casa contro Triestina e Ancona e fuori casa contro la Salernitana. Ad infrangere il sogno della promozione in Serie A ci pensò la Sampdoria, che a quattro giornate dalla fine del torneo rifilò tre gol ai cagliaritani. Inutile poi la rotonda vittoria per 3-0 contro il Vicenza: la condanna a rimanere un altro anno nella cadetteria era stata ormai confermata anche dalla matematica. Il Cagliari chiuse il campionato all’ottavo posto in classifica, a sette lunghezze dal quarto posto, occupato dall’Ancona, che sarebbe valso la promozione in Serie A.