2014

Mi ritorni in mente: ripercorriamo insieme gli ultimi 15 anni di storia rossoblù. Cagliari 2006- 07: una squadra operaia

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David Suazo, ormai divenuto un attaccante di grande caratura, accettò il rinnovo contrattuale offertogli dal Cagliari, con la promessa che la stagione successiva sarebbe stato ceduto all’Inter. La Pantera Nera rimase quindi un altro anno in Sardegna: il capitano non avrebbe mai potuto lasciare la propria squadra in un momento di grande difficoltà come quello passato nell’estate del 2006. Cellino stupì ancora una volta tutti non riconfermando sulla calda panchina rossoblù Nedo Sonetti.

 

Il nuovo allenatore fu il giovane emergente Marco Giampaolo, che tanto bene aveva fatto nella sua precedente esperienza all’Ascoli. Dal calciomercato arrivarono tanti volti nuovi come il portiere Fortin, i difensori Bianco e Del Grosso, i centrocampisti Biondini, Colucci e D’Agostino e l’attaccante Pepe. I nuovi innesti furono tutti uomini di fiducia del tecnico di Bellinzona. Tra le poche partenze vanno invece registrate quelle dell’uruguayano Abeijon, del difensore Bega e dell’esterno offensivo Andrea Cossu, ancora acerbo per il massimo campionato italiano. Un altro sardo trovò però spazio in quella squadra: fu il trequartista cagliaritano Andrea Capone, che ricompose con l’honduregno Suazo la coppia d’attacco titolare della formazione Primavera di qualche anno prima.

 

L’inizio di campionato fu disastroso, tanto che la prima vittoria della squadra guidata da Giampaolo arrivò solo alla nona giornata contro la Sampdoria. Da segnalare un ottimo pareggio ottenuto al quinto turno di campionato al Sant’Elia contro la corazzata Inter. Giampaolo cambiò completamente il Cagliari: venne abbandonato il troppo offensivo 4-3-3, che aveva fatto le fortune dei rossoblù, per un più prudente 4-4-2. Col nuovo modulo i sardi riuscirono ad avere una solida retroguardia, perdendo però fantasia e brio nella fase di spinta. Un’altra nota negativa fu lo spostamento a centrocampo delle ali Esposito e Langella, che lontani dalla porta avversaria persero tutta la loro efficacia. Tre giornate dopo il successo ottenuto contro i doriani, arrivò una bella vittoria allo scadere contro la vicecapolista Palermo. I rosanero, che fino a quel momento erano stati gli unici a tenere il passo della schiacciasassi Inter, subirono il classico gol dell’ex, firmato Simone Pepe, alla sua prima realizzazione in Serie A. I risultati tardarono però ad arrivare, e così dopo la sconfitta del Friuli contro l’Udinese, Giampaolo venne esonerato, e al suo posto venne chiamato Franco Colomba, già noto in Sardegna per aver allenato l’Olbia negli anni novanta. Dalla sessione invernale del calciomercato arrivò il centrocampista Davide Marchini, che si mostrò subito un utile rinforzo alla causa rossoblù nella vittoria esterna di Catania, firmata dal solito Suazo. Anche Colomba non riuscì però ad ottenere un filotto di risultati convincenti: nelle successive cinque giornate arrivarono quattro sconfitte ed un misero pareggio contro il Siena.

 

Cellino, impaurito dall’incubo di una nuova retrocessione, decise di richiamare sulla panchina cagliaritana Marco Giampaolo. Il cambio di allenatore risultò essere decisivo, infatti da quel momento il Cagliari incominciò a inanellare con continuità buoni risultati. Ne sono un esempio le due vittorie per 2-0 contro Atalanta e Messina, così come il successo alla trentunesima giornata contro il Palermo. Lopez e compagni, dopo aver sconfitto gli uomini di Guidoloin nel girone d’andata, riuscirono nell’impresa di violare anche il Barbera. Per recuperare l’iniziale svantaggio, firmato Bresciano, ci volle una doppietta del bomber Suazo, intervallata da un gol in contropiede dell’avvelenatissimo Pepe. Le ultime due affermazioni casalinghe, contro Udinese e Roma, garantirono la salvezza matematica alla squadra del presidente Cellino. Marchini e Capone stesero in rimonta i friulani, mentre contro i giallorossi, per rispondere ad una doppietta di Totti, che quell’anno vinse la scarpa d’oro, furono necessari addirittura due gol dell’esterno arrivato in rossoblù a gennaio e uno del solito Suazo. Il Cagliari, ormai in vacanza, perse la settimana successiva ad Ascoli l’ultimo incontro stagionale. In quella partita esordì in Serie A il diciottenne cagliaritano Marco Mancosu, che riuscì addirittura trovare la via del gol sugli sviluppi di un calcio d’angolo battuto da Marchini. I sardi chiusero la stagione al diciassettesimo posto con quaranta punti, uno in più del Chievo retrocesso. La squadra non era stata all’altezza del massimo campionato italiano, ed era riuscita a mantenere la categoria solo grazie all’apporto decisivo di un indomabile Suazo.

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