2014
Mi ritorni in mente: ripercorriamo insieme gli ultimi 15 anni di storia rossoblù. Cagliari 2010-11: da Bisoli a Donadoni
Il presidente Cellino decise di affidare la panchina cagliaritana ad una vecchia bandiera rossoblù degli anni 90. Dopo aver lanciato nel calcio dei grandi il livornese Allegri, approdato al Milan, fu il turno dell’ex centrocampista Pierpaolo Bisoli, indimenticato capitano dei sardi. Un altro ritorno, oltre a quello di Bisolone, infiammò la tifoseria: Robert Acquafresca, dopo un anno travagliato trascorso tra Atalanta e Genoa, fu acquistato dai liguri in prestito con diritto di riscatto. Insieme a lui arrivarono anche tanti gregari, come il secondo portiere Pelizzoli, i difensori Biasi e Perico, e i centrocampisti Laner e Pinardi. Nessuno di loro riuscì però a diventare un protagonista di una squadra già ben collaudata. Tra i partenti, impossibile non ricordare l’addio al calcio del capitano Diego Lopez, che, una volta scaduto il suo contratto con il Cagliari, decise di appendere le scarpette al chiodo, non facendo ritorno nel suo amato Uruguay. La mezzala parmigiana Daniele Dessena non fu riscattata dalla Sampdoria, mentre Larrivey fu ceduto in prestito agli argentini del Colon e Jeda si trasferì al neopromosso Lecce, dopo aver disputato due stagioni e mezzo da protagonista con la maglia rossoblù. A infiammare il mercato ci pensò il numero 22 Marchetti, che, dopo essere arrivato in Nazionale, era ansioso di intraprendere una nuova sfida in una piazza che gli permettesse di giocare in Champions League. Il portierone di Bassano del Grappa si lasciò sfuggire in un’intervista il desiderio di trasferirsi alla Sampdoria, che gli avrebbe permesso di disputare la massima competizione europea per club. Cellino decise allora di punirlo, rifiutando le numerose offerte pervenute in Viale la Playa e costringendolo a un anno di tribuna. Il portiere titolare divenne allora Michael Agazzi, giovane estremo difensore, classe ’84, prelevato sei mesi prima dalla Triestina.
Il campionato iniziò nel migliore dei modi: i rossoblù pareggiarono in trasferta contro il Palermo e travolsero la Roma al Sant’Elia per 5-1. In quella partita andarono in gol il neocapitano Daniele Conti, Alessandro Matri (2), Robert Acquafresca e Andrea Lazzari. Purtroppo Conti si infortunò gravemente a causa di un intervento sconsiderato del giallorosso Burdisso e dovette stare lontano dai campi di gioco per diverse settimane. All’inizio di ottobre Bisoli decise di mettere fuori rosa Conti e Agostini, capitano e vicecapitano. I due giocatori non vennero convocati in vista della trasferta di Verona contro il Chievo. Qualche giorno più tardi intervenne direttamente il presidente Cellino, chiedendo un immediato chiarimento tra le parti. Conti e Agostini vennero così reintegrati in squadra nel giro di pochi giorni.
La mentalità prettamente difensivistica di Bisoli non portò grandi risultati. Tra metà ottobre e novembre, escludendo il successo casalingo per 2-0 contro il Bologna, con gol di Nenè e Nainggolan, e il pareggio contro l’Udinese, arrivarono solo sconfitte. I due capitomboli interni contro Napoli e Genoa costarono cari al tecnico porrettano, che venne allontanato dalla panchina cagliaritana. Al suo posto il presidente Cellino decise di chiamare l’ex C.t. della Nazionale italiana Roberto Donadoni. L’avventura di Donadoni a Cagliari iniziò subito con una vittoria: i rossoblù superarono in rimonta fuori casa il Brescia. I sardi risposero con prepotenza all’iniziale vantaggio delle Rondinelle con i gol di Matri e di capitan Conti. Sette giorni più tardi fu il Lecce a doversi arrendere al Sant’Elia per 3-2. Il bomber di Sant’Angelo Lodigiano segnò una doppietta, e anche l’insolito marcatore Canini si regalò la gioia del primo gol in Serie A. L’ultimo successo dell’anno solare arrivò contro il Catania. Gli etnei poterono solo assistere allo spettacolo messo in scena dal brasiliano Nenè, autore di una straordinaria tripletta. Qualche settimana più tardi anche il compagno di reparto Acquafresca trovò nuovamente la via del gol. Il Cagliari si impose contro il Parma allo stadio Tardini proprio grazie ad una doppietta del suo numero 9. La marcia trionfale dei rossoblù continuò con due vittorie consecutive al Sant’Elia. Il Palermo fu sconfitto per 3-1, con i gol di Matri, autorete di Nocerino e Biondini. La cenerentola Bari si arrese invece davanti ad un inarrestabile Matri, autore di una doppietta.
Cellino, vista la tranquilla situazione di classifica, cedette Matri alla Juve in prestito con diritto di riscatto (l’operazione porterà nelle casse della società la bellezza di diciotto milioni di euro). Lasciarono la Sardegna anche Pinardi e Biasi, che non erano mai stati chiamati in causa dal tecnico Donadoni. La sessione invernale di calciomercato regalò però anche due innesti: la mezzala calabrese Simone Missiroli, in prestito dalla Reggina, e il ventenne trequartista uruguayano Pablo Ceppelini, recente vicecampione sudamericano con la selezione giovanile del suo paese. I rossoblù, nonostante la partenza del loro capocannoniere, riuscirono a vincere per 1-0 a Genova contro la Sampdoria. Il gol, di pregevole fattura, portò la firma di Radja Nainggolan, mezzala belga di origine indonesiana arrivata nel gennaio 2010 dal Piacenza. Il destino volle che Conti e compagni dovettero incontrare l’ex Matri ad una settimana dal suo trasferimento in bianconero. La Juve vinse al Sant’Elia per 3-1 e il numero 32 segnò addirittura due gol. Il pronto riscatto arrivò nel turno successivo, quando i sardi sconfissero in casa il Chievo per 4-1. Nella goleada contro i clivensi andarono a segno il capitano Conti, Canini e Nenè (2). La cavalcata trionfale, interrotta in trasferta contro l’Inter, continuò contro la Lazio, punita da un pasticcio del difensore biancoceleste Dias, che deviò un debole tiro di Acquafresca, depositando goffamente il pallone nella propria porta. Nella domenica di carnevale Cossu e Ragatzu, due cagliaritani di nascita, fermarono sul 2-2 il Bologna al Dall’Ara. L’ultimo successo stagionale arrivò nella difficile trasferta del Ferraris contro il Genoa. Il mattatore dell’incontro fu quel Robert Acquafresca, scaricato pochi mesi prima dal Grifone.
Il finale di campionato fu piuttosto deludente. Il Cagliari, vista l’impossibilità di raggiungere l’Europa League non riuscì a mantenere alta la concentrazione. Il risultato furono diverse sconfitte, come quelle contro Fiorentina, Catania, Cesena e Milan e qualche pareggio. Non mancarono però tante note positive in quella sfortunata stagione. Nainggolan divenne un titolare inamovibile nel centrocampo sardo, dimostrando di essere sia un eccellente recuperatore di palloni, che un grande propositore di gioco. Agazzi era riuscito nell’arduo compito di sostituire degnamente Marchetti. Astori si impose come uno dei migliori difensori centrali del torneo. Infine Cossu disputò un campionato strepitoso, aggiungendo ai tanti assist confezionati per i compagni anche quattro gol d’autore, che solo i grandi giocatori sanno fare.