Focus
Nandez, il tuttocampista del Cagliari di Di Francesco
Sabato ha nuovamente cambiato posizione iniziale, ma la dinamicità di Nahitan Nandez gli permettono un veloce adattamento e grande rendimento
Nuovo giro, nuova corsa. E che corsa, quella di Nahitan Nandez. L’uruguaiano dimostra ogni giorno che passa di essere l’elemento fondamentale della squadra cagliaritana, un collante tra difesa e attacco in grado di unire le due fasi dando sostanza e qualità alla manovra. Nella partita di sabato contro la Sampdoria, il tecnico Eusebio Di Francesco ha cambiato nuovamente posizione al 24enne di Punta del Este. Su La Gazzetta dello Sport si trova un’analisi del ruolo di Nandez, che partendo da più indietro alza comunque maggiormente la pressione.
TERZO RUOLO – Da quando è arrivato al Cagliari, Nandez ha già cambiato tre ruoli, adattandosi al credo tattico dell’allenatore che sedeva in panchina pur di scendere in campo: la sua corsa è fondamentale per chiunque. Nasce come mezzala, ruolo nel quale lo utilizzava Maran; con l’arrivo di Di Francesco viene spostato sulla fascia destra nel 4-2-3-1 disegnato appositamente per i rossoblù; infine, sabato, la nuova posizione, mediano insieme a Razvan Marin con Rog che si allarga sulla sinistra. La scelta, come spiegato dallo stesso Di Francesco, deriva dalla necessità di maggio ritmo e dinamicità, oltre che equilibrio, nel centro del campo. E chi meglio di Nandez per dare questa scossa?
LICENZA DI OFFENDERE – Partendo dall’esterno, come nel secondo tempo quando è tornato sulla destra e ha trovato il gol del 2-0, Nandez è tanti ruoli e nessun ruolo preciso allo stesso tempo: sulla fascia da una mano in fase difensiva a Zappa, accrescendo la solidità; aiuta il centrocampo nella fase di non possesso, creando densità e recuperando palla grazie alle doti difensive; con la sua corsa porta strappi importanti per alzare il baricentro della squadra e ribaltare l’azione. La pressione portata da Nandez sulla trequarti avversaria è molto importante, vedasi il rosso ad Augello creato proprio dall’attacco dell’uruguaiano al terzino blucerchiato.
L’ULTIMA TENDENZA – Nel nostro campionato si vedono sempre più giocatori interpretare ruoli non ben definiti, molto più vaghi e sempre meno fissi. Nicolò Barella, in questo senso, è con buona probabilità il miglior attore di questo ruolo non precisato: una grande corsa, con capacità di interdizione eccelse abbinate ad un’abilità tecnica fuori dal comune che lo hanno portato ad essere definito da Conte come “il trequartista mascherato”. Spostare troppo indietro Barella significherebbe privarsi dei suoi inserimenti, mentre portarlo troppo avanti farebbe perdere la pressione portata dal centrocampista: fluttuando tra le due linee, a metà tra centrocampo e attacco, porta il primo attacco agli avversari per recuperare il pallone, spingendo così i compagni a salire e attaccare più alti, facilitando il recupero. Nandez agisce proprio in questo senso. I chilometri percorsi ogni partita dal ragazzo ex Boca Juniors sono di estrema importanza in ogni settore del campo. In fase difensiva portano a recuperare tantissimi palloni e, in ogni caso, a disturbare la giocata dell’avversario. Col pallone tra i piedi sa cercare l’uno contro uno in velocità, cerca l’attaccante, accompagnando la squadra verso la porta avversaria. Quando si muove senza palla dimostra di leggere perfettamente la situazione di gioco, cercando il buco nella difesa avversaria per entrare in area di rigore e trovare il gol. E migliorando in fase offensiva, limite spesso evidenziato anche dal tecnico rossoblù, Nandez potrebbe diventare ancora più devastante.
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