2015
Nella stanza dei miracoli
Cagliari-Parma sembra proprio un anticipo di serie B, anzi no, un posticipo.
Si gioca al Sant’Elia di lunedì sera, tra due compagini gloriose che con tutta probabilità si affronteranno nel prossimo campionato cadetto e che sono l’emblema di come la sfortuna a volte colpisca senza guardare in faccia nessuno.
Il Parma è ad un passo dal fallimento, provvedimenti giudiziari ed extra calcistici si abbatteranno presto sulla squadra di Donadoni, grande uomo di classe mai dimenticato da queste parti.
Dall’altra parte il Cagliari che il fallimento, quello esclusivamente calcistico, se lo è cucito addosso quest’anno, tanto ha giocato la sfortuna ma ancor di più inesperienza societaria e menefreghismo generale.
Forse la situazione si sarebbe potuta raddrizzare prima, ma purtroppo la dura legge che con i ‘se e i ma’ non si va da nessuna parte è valida anche e sopratutto nello sport.
Il Cagliari offre ai suoi tifosi, loro sì assolutamente da Serie A, un ultimo sussulto d’orgoglio chiudendo con un sonoro 4 a 0 una delle ultime partite casalinghe del campionato e probabilmente della massima serie e appuntando 3 croci sulla casella delle vittorie interne, ma ogni goal del Cagliari ieri è stato una pugnalata al cuore per chi ci ha sperato e creduto fino all’ultimo per chi fa la conta dei punti persi ingenuamente e e per chi in fondo al proprio cuore continua spavaldamente a crederci.
Un miracolo potrebbe ancora succedere e i tifosi rossoblù ieri invocano Sant’Efisio e fanno calcoli di ipotetici punti recuperabili un po’ ovunque e mirabolanti scalate alla classifica.
Ognuno ricorda di qualche risultato pazzesco capitato ad altre squadre sul finale di campionato, ognuno si appella a ciò in cui crede, riti scaramantici, preghiere o speranze che possano verificarsi disgrazie altrui.
Tutto è concesso in questo finale machiavellico che davvero in pochi si sarebbero aspettati.
Lo sport ci ha insegnato e ci insegna ogni giorno che i miracoli possono succedere e dal canto nostro, crederci finchè la realtà non ci sbatterà in faccia un epilogo diverso, non costa davvero nulla.
Il popolo della rete per scongiurare la sfortuna e sperare nell’impossbile, usa l’hastag #nonsuccedemasesuccede, cinque paroline da pronunciare tutte assieme, quasi senza respirare e da scrivere senza guardare per sperare che una volta ripreso fiato e riaperti gli occhi si possa essere davvero avverato il miracolo sperato.
E in questa stanza virtuale dove i sogni trovano spazio, ieri ci siamo prepotentemente entrati anche noi e per ora vogliamo provare a restarci.