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Italia Under 21, Nicolato: «Non vogliamo accontentarci»
Il ct della Nazionale italiana Under 21 Paolo Nicolato ha grandi aspettative nei confronti dei suoi ragazzi. Si sogna in grande
Dopo la diramazione della lista dei convocati e aver spiegato il perché delle sue scelte, Paolo Nicolato, tecnico della Nazionale italiana Under 21, si affida alle pagine de La Gazzetta dello Sport per parlare dell’Europeo che lo aspetta e delle aspettative nei confronti dei suoi ragazzi. Ecco le sue parole.
SOGNI – «Non dobbiamo e non vogliamo accontentarci. Con questi ragazzi potremmo vincere l’Europeo ma il primo obiettivo è spingere giocatori in Nazionale A e, per questo, serve un c.t attento come Roberto Mancini che crede tanto nelle qualità dei giocatori. Ci dà soddisfazione aver raggiunto obiettivi in antitesi: promuovere giocatori e qualificarci all’Europeo».
TANTE DIFFICOLTÀ – «Abbiamo avuto difficoltà sotto ogni aspetto. La pandemia ci ha bloccato ma i ragazzi sono riusciti a sfruttarla e a superarla pur di avere una chance».
SCOPERTE- «Ho fatto esordire Frabotta in europeo nell’Under18, giocava nel Bologna. Andai a vederlo contro l’Entella, da quella partita portai a casa anche Zaniolo. Zappa, invece, lo conoscevo dall’under 19 ed è cresciuto davvero tanto. Se giocano, è più facile che crescano. Serve il talento ma anche la strada, il campo, l’esperienza. E un giovane impara molto più in fretta di un anziano».
L’ATTACCO HA FAME DI GOL – «Vero, bell’assortimento ma pochi gol. È un problema oggettivo del nostro calcio, soprattutto nell’Under 21. Delle mie quattro punte, nessuna gioca con continuità e, se non giocano non segnano. Da noi si preferiscono gli stranieri o gli attaccanti più stagionati, la Nazionale pagherà sempre di più questo fatto. Pensiamo sempre che l’esperienza sia molto più importante dell’entusiasmo o dell’atletismo dei giovani ma non deve essere così».
GRUPPO SOLIDO – «Non è stato facile scegliere, io avrei tenuto la lista aperta: mi sembra poco sensato prenderne 23 in un periodo in cui i contagi possono cambiare la situazione. L’Europeo è una vetrina, più ne fai giocare meglio è. Io ho scelto in base alla capacità di adattamento, privilegiando chi ha esperienza internazionale e chi ho già avuto. Abbiamo perso giocatori importanti come Sottil, Pellegrini ma sono tutti ragazzi tosti che non mollano mai. Da cinque anni alleno più o meno lo stesso gruppo, è diventato il carro portante dei valori in cui credo. Prima della tattica deve esserci amore per quel che si fa. Per questo dico che non è facile trovare ragazzi come i miei».
MOTIVAZIONI – «Perché tifare l’Under 21? Spero che la gente veda questi ragazzi che vivono con entusiasmo quello che fanno. Andiamo all’Europeo con una squadra che ha giocato poco insieme ma il cui spirito è rimasto intatto. Porteremo in campo i nostri valori».