2013

Ninni Corda: «Tutti gli allenatori dovrebbero fare gavetta. Il sogno? La Juventus»

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Lo chiamano il Mourinho della Lega Pro, soprannome che in qualche modo gli fa piacere e ne evidenzia un modo di fare da sempre improntato alla schiettezza. E’ Ninni Corda, allenatore nuorese che in carriera ha guidato Ischia, Tempio, Como, Alghero e Tavolara. Oggi siede sulla panchina del Savona, squadra nella quale militano diversi ragazzi provenienti dalla Sardegna.
I colleghi della nostra testata nazionale CalcioNews24 lo hanno sentito in esclusiva per un’intervista a tutto tondo, nella quale il mister tocca temi quali il momento della sua squadra e l’attuale situazione degli allenatori in Italia, passando per gli ultimi tristi fatti di Salerno.

Ha riportato il Savona in Prima Divisione dopo 39 anni, ora siete 3° a pari punti con il Venezia. Dove può arrivare la sua squadra?
«Stiamo facendo già il massimo, il terzo posto è inaspettato, per noi era già un sogno fare un campionato durissimo come la Lega Pro, fino a questo momento abbiamo fatto cose soprannaturali e non so dove può arrivare questa squadra ma per il momento va bene così».

Sabato giocate proprio contro il Venezia. Può essere una sfida decisiva?
«No, decisiva no. E’ una partita importante per vedere chi va più avanti in classifica tra noi due. Anche il Venezia sta facendo bene, è una neopromossa e sta facendo un grande campionato come il Savona».

Lei è definito il ‘Mourinho della Lega Pro’: cosa la rende Special?
«Io mi auguro che siano soprattutto i risultati a farmi definire tale. Poi c’è qualche similitudine nel modo di lavorare e fa tantissimo piacere essere paragonato al numero uno degli allenatori al mondo».

Lei è sardo, è già stato al Cagliari nel settore giovanile: con Lopez in bilico è pronto a tornare e a fare il grande salto?
«Questo degli allenatori in bilico è un ragionamento che non mi piace. E’ chiaro che se dovessi andare un giorno ad allenare il Cagliari mi farebbe piacere, sarebbe una cosa straordinaria però adesso penso solo ed esclusivamente al Savona».

C’è una squadra che sogna di allenare?
«Sono simpatizzante della Juventus e il massimo sarebbe allenare i bianconeri».

Oltre a fare il portiere, lei è stato anche osservatore per Genoa e Udinese. Perchè ha deciso di passare dalla tribuna alla panchina?
«E’ stata una parentesi in un anno nel quale non allenavo. Ho fatto l’osservatore per due grandi amici come Pietro Leonardi (allora all’Udinese, ora al Parma, ndr) e Angelo Fabiani (ex Genoa e ora all’Ascoli) ed è stata solo una parentesi, ma devo dire che, oltre a fare l’allenatore, mi piace molto quel ruolo e qui a Savona facendo il manager faccio entrambe le cose».

Prima di arrivare tra i professionisti lei ha dovuto fare molta gavetta. Cosa pensa quando vede gente come Stramaccioni o Gattuso allenare in Serie A e in Serie B senza grossa esperienza in panchina?
«Non dico sia uno scandalo ma se c’è una parola che si assomiglia va bene quella perchè non sta nè in cielo nè in terra perchè allenatore e giocatore sono due ruoli completamente diversi, come il cavallo col fantino. Tutti dovrebbero fare la gavetta prima di allenare nei maggiori campionati, anche chi ha vinto le Coppe dei Campioni o la classifica di capocannoniere».

Nella rosa del Savona ci sono due calciatori interessanti che sembrano vivere dei momenti opposti: il portiere Aresti e l’attaccante Grandolfo. Il primo è stato vicinissimo al Parma in estate, mentre il secondo è stato protagonista in Serie A realizzando una tripletta in Bologna-Bari 0-4 del 22/5/2011 poi finita nel polverone del calcioscommesse. Aresti è pronto per la Serie A? Perchè Grandolfo sembra in involuzione e non riesce ad esprimersi come prima?
«Aresti è prontissimo per la Serie A, ci sono dei portieri titolari in Serie A, senza fare nomi, che sono inferiori a lui. Grandolfo era molto giovane quando fece la famosa tripletta e magari all’inizio si sopravvaluta ma il ragazzo questa categoria la fa molto bene e una volta superati i problemi fisici ci darà una grossa mano».

In passato diversi club dei campionati minori sono stati coinvolti nello scandalo calcioscommesse. Le è mai stato chiesto di truccare una partita?
«Assolutamente no. Quando leggo queste cose infatti resto basito di come alcuni personaggi, che non hanno nulla a che vedere con il calcio, riescano ad arrivare a queste cose».

Cosa pensa di quello che è successo domenica scorsa nel derby Salernitana-Nocerina?
«Lo stato spende tantissimi soldi per l’ordine pubblico e non esiste che non riescano a gestire 2oo tifosi che vanno ad aggredire i giocatori e lo staff in albergo. Per me quella è la più grossa sconfitta in assoluto e l’ordine pubblico deve essere garantito in ogni parte, altrimenti non siamo un Paese civile».

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