2014

Ogni maledetta domenica

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Finalmente una vittoria.
Finalmente un bella partita, finalmente sensazioni positive e tante…
C’e’ una magia quasi inspiegabile nella vittoria di ieri.
Ci si ritrova in una lavatrice di emozioni altalenanti, un mix ben dosato di rabbia, grinta, amore, cuore ,passione.
Gli scettici del calcio, penseranno sia come al solito troppo per definire una partita in cui 11 uomini corrono dietro un pallone e invece no.
Il calcio rappresenta una fede e quando si ha che fare con le fede, si sa, vengono toccate le corde delle nostre emozioni piu’passionali.

Avevamo perso tanto in queste ultime gare, contro il Milan poi, cosi ingiustamente che ancora si faceva fatica a ripensarci.
Quelle ingenuita’ imperdonabili per professionisti quali sono i calciatori, quelle scelte dal carattere suicida dell’allenatore, quella rabbia incontenibile dei tifosi, la societa’ che non dava segnali, la questione stadio che continuava a far parlare e un mercato condotto in modo assurdo.
Un valzer di passaggi, Cellino, il Leeds, gli esoneri, gli acquisti, gli arrivi, le partenze, la voglia di rinunciare, di lasciare che tutto vada come deve.
E’ difficile chiudere tutto in una scatola e provare a reagire e invece, la reazione si vede dal primo minuto di gioco.
Quella che scende in campo piu’ che una squadra e’ un’armata, solida compatta, reattiva, orgogliosa e sugli spalti la gente vede, apprezza, si carica, incita e accompagna quei soldati, che hanno lanciato il proprio cuore oltre l’ostacolo e lo stanno rincorrendo.

Si corre, si lotta per 90 minuti, questa e’ una reazione, questa e’una partita che vale un riscatto!
Vale la stima ritrovata dei tifosi, vale una scena da libro cuore, quella di Cabrera che a fine partita, dopo una buona prestazione, si avvia sotto la curva e chiede scusa, chiede di potersi riscattare dopo l’umiliazione di domenica scorsa, chiede un’altra possibilita’ e i suoi tifosi lo perdonano, eccome se lo perdonano, perche’ dopo partite di cuore come questa, si e’ disposti a dimenticare qualsiasi precedente errore.

C’e’ Pinilla, che tira un rigore magistrale e anche per lui arriva quel riscatto che aspettava, c’e’ Dessena che sembra un leone, ci sono le nuove leve che si adeguano subito ai ritmi di gioco e ci mettono passione e cuore e poi c’e’ Lopez.
Lopez, che prende la scelta coraggiosa di schierare Cabrera dal 1° minuto per farlo uscire al 71° col rumore scrosciante degli applausi del pubblico che in un attimo gli fanno dimenticare il rumore assordante dei fischi di appena 6 giorni fa.

In settimana aveva detto: “sono stanco degli applausi, voglio i punti”, di sicuro i suoi uomini lo hanno ascoltato e noi, dopo una partita come questa, ci immaginiamo che abbia motivato i suoi giocatori parlando cosi, come in uno dei film piu’ belli ed emozionanti che conosciamo:

“Tutto si decide oggi.
Ora noi, o risorgiamo come squadra, o cederemo un centimetro alla volta, uno schema dopo l’altro, sino alla disfatta.
Ma io non posso obbligarvi a lottare!
Dovrete guardare il compagno che avete accanto, guardarlo negli occhi.
Io scommetto che ci vedrete un uomo determinato a guadagnare terreno con voi. Che ci vedrete un uomo che si sacrificherà volentieri per questa squadra, consapevole del fatto che quando sarà il momento voi farete lo stesso per lui.
Questo è essere una squadra, signori miei!
Perciò… o noi risorgiamo adesso, come collettivo, o saremo annientati individualmente.
È il calcio ragazzi!
È tutto quì.
Allora, che cosa volete fare?”

Ogni maledetta domenica.

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