2014
Oikonomou: «Cagliari, ora sono pronto»
Il difensore rossoblù Marios Oikonomou è stato ospite a inizio settimana della trasmissione televisiva “Sport Events”, andata in onda sulla rete ellenica GianninaTv. Il giovane centrale greco ha parlato del suo primo anno a Cagliari, raccontando quali siano state le difficoltà riscontrate all’inizio della sua esperienza in terra sarda e il duro impatto con la Serie A: «L’italiano è una lingua facile da imparare, se altri greci prima di me hanno avuto difficoltà vuol dire che non si sono impegnati abbastanza. Il calcio qui è molto diverso rispetto a quello a cui ero abituato in Grecia. All’inizio è stato difficile, soprattutto per capire il nuovo modo di giocare. In Italia si pensa molto alla fase difensiva, la tattica è fondamentale. Ogni movimento in difesa è studiato, non si può assolutamente sbagliare il posizionamento in campo. Nella mia prima stagione al Cagliari non ho giocato molto, è stato un anno di ambientamento. Imparare la nuova lingua e contemporaneamente i nuovi movimenti in campo non è stato semplice. Per queste ragioni nella prima fase della stagione non ho avuto un grande rendimento. Negli ultimi 3 mesi sono migliorato molto, sono riuscito a raggiungere il livello dei miei compagni. Ora mi sento pronto, il mio obiettivo è quello di vincere. I tifosi del Cagliari si sono dimostrati pazienti nei miei confronti, hanno saputo aspettarmi. Loro si aspettano tanto da me, spero in futuro di ripagare la loro fiducia. Sono stato fortunato a trasferirmi in Sardegna, qui ho trovato un grande gruppo. Nello spogliatoio c’è un’atmosfera fantastica, i compagni sono dei bravi ragazzi che mi hanno fatto sentire uno di loro dal mio primo giorno in rossoblù».
LA SERIE A E L’ITALIA- «È vero, il calcio italiano non è più quello di un tempo, ora però sta ritornando grande. Tanti campioni preferiscono l’Italia alla Spagna o all’Inghilterra, è un sintomo della crescita della Serie A. Differenze tra campionato italiano e quello greco? Sono due campionati completamente diversi, in Serie A il livello è molto più alto. Ho l’opportunità di giocare con grandissimi calciatori, sono convintò che così riuscirò a migliorare. Cagliari è una città tranquilla, il ritmo di vita è molto simile a quello di Giannina. Il caffè italiano? Qui si beve il caffè espresso, non come in Grecia».
CURIOSITÀ- «Quando giochiamo male il pubblico rossoblù non la prende sempre bene. Una volta abbiamo avuto un confronto in aereoporto con un gruppo di tifosi al rientro da una trasferta. Io attore? No (ride, ndr), ho fatto solo uno spot pubblicitario con alcuni compagni di squadra per promuovere la Pasqua in Sardegna. I giocatori del Cagliari tengono un profilo basso, non credono di essere chissà chi. I soldi? In Italia si guadagna bene, sicuramente di più che in Grecia. Sono un figlio d’arte, anche mio padre era un calciatore. Quando ero piccolo non mi ha mai costretto a giocare a calcio. ho voluto farlo io. Prima di diventare un professionista ho iniziato a studiare matematica all’università. Poi però ho abbandonato, purtroppo non sono riuscito a conciliare il calcio con lo studio».
NAZIONALE GRECA- «La Nazionale? Il mio sogno è quello di vestire la maglia della Grecia, è un obiettivo per il futuro. D’altronde tutti i giocatori sognano di poter rappresentare la propria nazione. Ora però non sono ancora pronto, quando dimostrerò a me stesso e agli altri di esserlo verrò convocato. Il mondiale? Siamo in un gruppo difficile. Colombia e Costa d’Avorio sono molto forti, ma noi possiamo batterle perché abbiamo una squadra tosta da affrontare. La Grecia ha la mentalità giusta, può mantenere alta la concentrazione per tutto l’arco della partita. Mi piace la difesa e la squadra in generale, forse però cambierei qualcosa a centrocampo e in attacco. Secondo me un giocatore come il genoano Fetfatzidis dovrebbe essere titolare in Nazionale».
ITALIA IN BRASILE- «L’Italia? Gli azzurri hanno una grande storia, ma per me non passeranno il turno. Non giocano un calcio corale come in passato. Inghilterra e Uruguay hanno più fame».
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