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I pagelloni del Cagliari 2017/18: Miangue

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Per Senna Miangue è stata una stagione di crescita, ma non ancora sufficiente. Da lui ci si aspettava un impatto migliore

Dopo i sei mesi anonimi della passata stagione, il Cagliari aveva deciso di puntare su di lui. Con la cessione di Murru alla Sampdoria, la fascia sinistra della difesa rossoblù sarebbe dovuta diventare sua. Tuttavia Senna Miangue, con appena 11 partite giocate, non ha ripagato l’investimento importante fatto dal club in estate per tenerlo in Sardegna: ben 3,5 milioni di euro. Il belga mostra troppi limiti difensivi per poter giocare esterno in una difesa a 4. Massimo Rastelli ad inizio campionato gli preferisce Marco Capuano, centrale adattato a fare il terzino. Guarda tutte le prime cinque giornate dalla panchina, trovando spazio solo contro il Chievo Verona, quando il tecnico campano decide di fare turnover, con conseguenze sul risultato (2-0 per i clivensi alla Sardegna Arena).

DIFESA A 3 – A metà ottobre arriva Diego Lopez e il 3-5-2 sembra calzare a pennello per le sue caratteristiche. Nonostante scenda in campo nelle prime tre partite con il tecnico uruguaiano, fatica però a guadagnarsi minuti. Gioca due spezzoni contro Lazio e Torino, mentre è titolare per 90′ nella vittoria con il Benevento. Poi torna a sedersi in panchina, con il jolly Padoin adattato a fare l’esterno a sinistra nei 5 di centrocampo. Si rivede contro l’Atalanta a Bergamo, dove chiude il match con un’espulsione.

GIRONE DI RITORNO – Tra un infortunio muscolare e l’arrivo a gennaio di Lykogiannis, c’è ancora meno spazio per Miangue. Sono nuovamente le gare con Lazio, Benevento e Torino il ciclo giusto per accumulare minuti. Qui inizia a far vedere i primi miglioramenti, merito anche del lavoro con Agostini fatto ad Asseminello. Non bastano per strappare una sufficienza alla sua stagione, conclusa contro Hellas Verona, Udinese e la sua Inter, lasciando poi il posto da titolare nel decisivo finale a Lykogiannis.

VOTO: 5

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