Editoriale
Pallone d’Oro 2021: 5 italiani, ma perché manca il migliore?
L’ufficializzazione dei candidati al Pallone d’Oro 2021 non ha fatto mancare perplessità, su tutte l’assenza di Federico Chiesa
Dopo aver letto velocemente, ma criticamente, l’elenco dei candidati al Pallone d’Oro 2021, la domanda sorge subito spontanea: ma cosa dovrebbe fare di più Federico Chiesa?
France Football e l’Equipe hanno infatti ufficializzato i 30 migliori giocatori al mondo che si contenderanno l’edizione annuale del premio più ambito. Non molte le sorprese, nel complesso, con il favorito Leo Messi che nell’anno dell’atteso trionfo con la camiseta dell’Argentina punta con decisione al settimo titolo.
Possibilità ridotte pressoché allo zero per la sua nemesi portoghese. La stagione in chiaroscuro è una mannaia sulle ambizioni di Cristiano Ronaldo, il quale rischia il sorpasso da numerose altre stelle, da Neymar a Mbappé, da Haaland a Kanté.
E così il primo rivale per la pulce di Rosario dovrebbe essere il nostro metronomo Jorginho, a capeggiare la nutrita pattuglia azzurra. La candidatura dell’italo-brasiliana resta viva forse più nell’illusione dei tifosi italiani che altro, ma il podio è probabilmente alla portata dall’alto dei trionfi di Euro 2020 e Champions League.
Altri quattro i portacolori della nostra Nazionale: per Bonucci e Chiellini un premio alla carriera e alla sapienza difensiva, per Donnarumma la naturale conseguenza dei riconoscimenti ottenuti agli Europei, per Barella la strameritata vetrina internazionale dopo una stagione da fenomeno con l’Inter campione d’Italia.
Manca, però, una stella tra le più luminose del calcio tricolore, ovvero Federico Chiesa. In questo 2021 probabilmente il migliore in assoluto per continuità di rendimento tra una Juvespesso disastrata e la ben più corroborante selezione di Roberto Mancini.
Insomma, tra Mahrez, Gerard Moreno, i baby fenomeni Foden e Pedri o persino l’attuale Modric, il talento dell’attaccante juventino non avrebbe di certo sfigurato. Anzi. Ma siamo sempre lì, in fondo la sottovalutazione è stato il filo conduttore della sua ancor breve carriera. Considerato un tuffatore o poco più negli anni della Fiorentina, un acquisto azzardato e troppo oneroso negli esordi a Torino, un rincalzo senza collocazione fissa nelle prime convocazioni con gli Azzurri. Toccherà a Fede, tanto per cambiare, smontare ancora i cattivi pensieri.