Editoriale
Pallone d’Oro 2021: Lewa come Iniesta e Sneijder nel 2010, “derubato” da Messi
La consegna del Pallone d’Oro 2021 a Leo Messi ha lasciato di sasso Robert Lewandowski, deluso da un secondo posto decisamente amaro
La grande serata del Pallone d’Oro 2021 ha visto il trionfo di Leo Messi, al settimo sigillo della sua incredibile e irripetibile carriera. Un’assegnazione in linea con le previsioni degli ultimi giorni ma che ha scatenato non poche polemiche e discussioni sul senso di un riconoscimento i cui criteri spesso si rivelano oscuri e incomprensibili.
A restare con il cerino in mano Robert Lewandowski, già di fatto beffato nel 2020 dalla cancellazione di un evento che secondo chiunque o quasi l’avrebbe incoronato. E forse anche per questo, in molti si aspettavano una sorta di “risarcimento” in questo 2021. Il nuovo premio Striker of the Yearun contentino o poco più per chi meritava a pieno titolo il trono più prezioso e ambito.
L’impressionante score del centravanti migliore al mondo stride con l’anno in chiaroscuro del fuoriclasse di Rosario. Campionato anonimo con il Barcellona, seguito dal turbolento passaggio estivo al Paris Saint Germain che molti ha deluso sul piano umano più ancora che su quello sportivo. A salvare capra e cavoli, il primo trionfo con la nazionale argentina, sul tetto della Copa America.
Ma poteva essere sufficiente per regalare alla Pulce l’ennesimo pallone d’oro? Probabilmente no, risultati alla mano. Come d’altronde nell’ormai lontano 2010, tra i sette trionfi di Leo quello che al pari di quest’ultimo ha lasciato parecchi dubbi. Il successo mondiale, con tanto di guizzo decisivo in finale, avrebbe potuto e dovuto garantire a Don Andres Iniesta la gloria. O piuttosto a Wesley Sneijder, quarto classificato in un podio tutto blaugrana completato da Xavi, che in Sudafrica trascinò l’Olanda alla finale a suon di gol e in quella stagione fu tra i giocatori più determinanti nell’Inter del Triplete.
Che Messi sia uno tra i cinque calciatori migliori della storia ci sono francamente pochi dubbi. Un valore assoluto che prescinderebbe da un Pallone d’Oro in più o in meno. Ragion per cui risulta ancora più amaro un verdetto ambiguo, discutibile e poco rispettoso di quel che ha lasciato in eredità il 2021. Un anno in cui Robert Lewandowski ha tutto il diritto di sentirsi un pochino “derubato”. Esattamente come dodici mesi fa.