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Tra Kean e Quagliarella…Italia, c’è anche Pavoletti
Tra i chiacchierati Kean e Quagliarella c’è anche Pavoletti: appena quattro minuti tra l’esordio ed il primo gol. Una serata che l’attaccante aspettava da anni
Tra Moise Kean e Fabio Quagliarella c’è anche lui, Leonardo Pavoletti. Ieri sera contro il Liechtenstein l’attaccante del Cagliari ha fatto l’esordio assoluto in maglia azzurra trovando anche la rete dopo pochi minuti. Tra il secondo più giovane marcatore della storia della Nazionale ed il più anziano c’è spazio anche per l’ariete livornese, che si è fatto trovare pronto ed ha colorato d’azzurro (finalmente) la sua serata. Entrato al 72’, a Pavoletti sono bastati circa quattro minuti per mettere il primo sigillo azzurro della sua carriera: il portiere avversario gli ha negato il gol di testa, vero e proprio punto di forza, ma non ha potuto evitare il tap-in vincente. E poco importa che il risultato fosse già sul 5-0 e che di fronte ci fosse il Liechtenstein.
Qualche giorno fa aveva postato su Instagram uno scatto dell’allenamento di Coverciano con una didascalia scherzosa…ma con un fondo di verità: «In ognuno di noi c è uno Steven Bradbury che non ha mai smesso di crederci».
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Bradbury, contro ogni pronostico (e anche per le sfortune dei suoi avversari) riuscì a vincere l’Oro nei 1000 metri di short track alle Olimpiadi Invernali del 2002. Al contrario del pattinatore australiano, divenuto celebre per quell’incredibile impresa, Pavoletti di fronte ha la fila. Anche se con Bradbury condivide la tenacia. L’attaccante classe ’88 aspettava da anni l’esordio, nel frattempo ha continuato a sfornare gol nelle squadre di club. La prima chiamata azzurra era arrivata nel 2016, al termine dell’annata da 15 gol stagionali al Genoa. Ma l’allora ct Antonio Conte non lo inserì tra i 30 preconvocati per l’Europeo francese. Nei mesi successivi anche Ventura lo volle con sé ma non lo fece mai esordire. Poi, con il passaggio al Napoli di Sarri ed i pochissimi minuti raccolti, le speranze azzurre si affievolirono.
Sino all’arrivo al Cagliari: in Sardegna Pavoletti è tornato Pavoloso, ritrovando il gol con continuità e facendo del colpo di testa un vero e proprio marchio di fabbrica. Un marchio che potrebbe essere utile anche a Roberto Mancini: il ct, dopo averlo convocato lo scorso novembre, ieri l’ha fatto esordire ed è stato ripagato con il gol. Pavoletti, come Bradbury, non ha mai smesso di crederci ed ieri si è fatto trovare pronto, prontissimo. Non sarà tra i marcatori più giovani della storia della Nazionale nè il più anziano, ma Pavoletti c’è e può tornare estremamente utile agli azzurri. Per questioni prevalentemente anagrafiche la scena se la son presa altri, ma la sostanza non cambia: venti minuti per dire che, tra Moise Kean e Fabio Quagliarella, c’è anche lui. Sia all’Italia che, soprattutto, al ct Mancini.
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