2013
Pensieri Rossoblù: <>
Sì, nonostante tutto penso sia giusto, almeno il giorno dopo, parlare, o provare a parlare di calcio. Al netto di rumors di mercato di fine anno e questione stadio.
Si è perso quindi la partita, non è andata bene, l’assioma solitamente è questo. Certo, non fa piacere aver preso gol per una mezza dormita della difesa (tipo Napoli) che fino al quel momento reggeva e mostra che con attenzione nei 90 minuti ed il resto della squadra che davanti smorza gli attacchi è veramente difficile da penetrare (attendendo l’inserimento di Del Fabro).
Tantomeno può far piacere l’ormai cronica assenza del gol (terza giornata a secco) che periodicamente colpisce la squadra. Abbiamo capito, spero lo si sia fatto veramente, che senza gioco solo una squadra che schiera Messi può sperare di bucare con regolarità le difese avversarie, figuriamoci in Serie A. Il Cagliari è all’evidente ricerca di uno schema e di giocatori che si muovano in campo secondo una opportuna “coreografia”. Ieri il tutto poteva più o meno tradursi in “palla-ad-Ibarbo-che-ci-pensa-lui”. Giocare con l’uomo più forte è giusto ma è altresì vero che tutta la squadra deve creare i presupposti per sfruttarlo. Ad esempio, mettere il colombiano in condizioni di 1 contro 1 con campo libero alle spalle dell’avversario, oppure che, quando raddoppiato o triplicato come ieri, ci sia la possibilità di servire il compagno (o i compagni) liberi da marcatura (la matematica non è un opinione, o per lo meno lo è ma fino ad un certo punto).
Detto questo, la partita di ieri non è affatto da buttare via secondo me. In primis non è stato Chievo e tantomeno una replica della prestazione ancora più scialba proposta contro l’Udinese. Soprattutto ieri, spero di non sbagliarmi, è stata la prima volta in cui, per tutti i 90 minuti, nonostante Ribeiro in campo (utilizzato come trequartista in questi mesi), si sia giocato con il 4-3-3 (a Catania, si cambiò poi in corsa). Che sia già l’inizio della preparazione per l’anno futuro lo spero veramente. Per quanto infatti il precampionato ed il ritiro siano la chiave per meccanismi oleati e funzionanti e di un campionato ricco di soddisfazioni, iniziare con un’infarinatura già ora con partite vere non può fare che bene. E, come detto sino alla nausea, secondo me il 4-3-3 può essere il futuro di questa squadra (o comunque i tre attaccanti; non si sa mai si voglia un giorno abbandonare i quattro dietro per un centrocampista in più). E ieri si è visto perché.
Una ragione su tutte, Ibarbo. Che non è una prima punta, non è una seconda punta e non è, come all’arrivo si era presentato, il quarto a destra di un centrocampo a quattro. Ibarbo è un giocatore che deve stare largo per poter ricevere sempre la palla ma sufficientemente vicino alla porta in modo tale che, saltando l’uomo (compito che risolve piuttosto bene) sia subito pericoloso. Spero che Victor, e chi lo allena, con questa idea in testa non faccia altro per tutta l’estate. Poi vediamo se si parlerà di Ibarbo o Cuadrado. Se poi pensiamo che dall’altro lato del campo c’è Sau, beh, io da difensore non sarei troppo felice.
Gli altri motivi?
Purtroppo Cossu che sembra fisicamente non più quello di una volta, con infortuni ripetuti. Sicuramente non da abbandonare ma da sfruttare con intelligenza (lui deve essere il primo a capirlo) per avere un giocatore che può letteralmente spezzare le partite in corsa. Assieme a lui se ne va l’idea di 4-3-1-2 vista anche l’assenza di uomini che lo possano sostituire.
Un centrocampo ricco di giocatori di quantità alla quale abbinano la capacità di impostare le ripartenze e che in tre non hanno problemi a coprire tutta la mediana. Senza farne l’elenco i nomi sono tanti, anche fra i meno utilizzati fino ad ora. Ovviamente anche loro dovranno abituarsi a non avere un uomo in mezzo alle linee da servire o che scali per prendere il pallone e creare gioco. Ma sono sicuro, ci metto la mano sul fuoco, in qualche mese si impara tutto.
Ci sono poi le prime punte (Pinilla, Nenè o eventuali nuovi arrivi) che, con caratteristiche diverse, sono capaci di segnare e lo abbiamo visto. L’idea che come riferimenti centrali possano fare ancora meglio, onestamente non mi abbandona.
Corsa, aggressività, densità in avanti, baricentro alto, attaccanti rapidi ma che sanno coprire e centrocampisti che, partendo da dietro, si inseriscono, sono le armi che ad oggi fanno la differenza (Bayern e Borussia ai massimi livelli ne sono dimostrazione, Juve invece nel nostro campionato). Il Cagliari con la rosa che ha può togliersi tante soddisfazioni e lo abbiamo detto. Magari con un modulo di gioco consono agli uomini a disposizione questo può diventare realtà.
Ed ora aspettiamo il TAR.