2013

Pinilla: “Sogno la nazionale. Cagliari? Qui sono felice”

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Ieri avevamo anticipato la notizia dell’esclusione di Humberto Suazo dalla nazionale cilena, circostanza che libererebbe un posto in attacco a Mauricio Pinilla. Il selezionatore Sampaoli però non sembra intenzionato a chiamare la punta cagliaritana, nonostante anche in Cile quello del Pistolero sembri uno dei nomi più adatti.

Oggi il quotidiano cileno El Mercurio sfoggia un’intervista a Pinilla nella quale il giocatore parla delle sue sensazioni verso la maglia Roja e del suo momento in generale. CagliariNews24 ha tradotto le dichiarazioni del centravanti del Cagliari.

Ti piacerebbe tornare in nazionale?
Come sempre, la voglia di tornare in squadra ci sarà tutta la vita. Lavoro con lo spirito di tornarci, ma non dipende da me, non sono io l’allenatore. Mi alleno bene per mettermi in luce, per mostrare che posso essere un’opzione, però chi decide è il mister. Ho avuto un solo contatto con lo staff tecnico, è successo subito dopo che si era insediato, però poi nessuno mi ha cercato. Lavoro tranquillo, sempre con la speranza che arrivi una chiamata, ma non so dire nulla a riguardo.

Si dice che Jorge Sampaoli sarebbe risentito con te per un presunto sgarbo (alcuni media cileni attribuiscono la mancata convocazione al risentimento di Sampaoli dopo che Pinilla aveva programmato le proprie vacanze in concomitanza con alcune amichevoli della nazionale, ndr).
E’ strano. Non mi hanno mai chiamato. Se nessuno ti contatta è complicato.

Come vedi il ritorno di Pizarro in nazionale?
Molto bene. Tutti i giocatori meritano un’opportunità di stare in nazionale. Lui ha preso prima la decisione di allontanarsi e poi quella di tornare in squadra. E’ un calciatore che sicuramente offrirà molte varianti in più al centrocampo della nazionale. E’ positivo per tutti.

In Cile si è detto che si sia fatto pregare.
Non credo. Se uno non va in nazionale è perché ha i suoi motivi personali. Se a questi livelli poi vuole tornare ed il tecnico lo chiama, tutto bene. E’ importante avere giocatori con le caratteristiche di David (Pizarro, ndr), con tutto ciò che ha fatto in carriera, che possano dare qualcosa in più alla squadra. E’ come il caso di “Chupete” (Humberto Suazo, ndr), uno non può entrare nel merito perché sono cose personali, non sarebbe prudente.

Che rapporto hai personalmente con Pizarro?
Non è che ci sentiamo tutti i giorni, ma abbiamo rapporti da compagni di lavoro, ci salutiamo ogni volta che ci incontriamo sul campo. Senza problemi, sempre colleghi.

Avete avuto screzi in passato?
Sono invenzioni della stampa, non c’è mai stato nulla.

E’ possibile che Pizarro abbia detto a Sampaoli che non ti voleva in nazionale?
Sarebbe stolto pensare che Pizarro mi abbia escluso dalla nazionale. Sono mancato per quattro o cinque anni, e anche lui. E’ illogico.

Ti senti fiducioso per il futuro, calcisticamente?
Sono anni che mi sento pronto per raccogliere qualsiasi sfida. Comunque in questo momento penso solo al mio club. E’ la mia realtà. Uno deve pensare alle cose quando si presentano. Se arriverà l’opportunità della nazionale, la affronterò.

Credi che la nazionale abbia una carenza di numeri 9?
Il Cile sta facendo bene. Non sempre le squadre giocano con una prima punta. Ci sono molte varianti che possono sopperire a questa scelta. Il tecnico lo sa e decide.

Però sta annotando altri nomi…
E’ positivo, vuol dire che ci sono molte varianti nel gioco offensivo.

Il mondiale è un incentivo per te?
Non solo per me, credo per tutti i giocatori del mondo. Giocare un mondiale sarebbe qualcosa di molto importante. Prima ci si deve qualificare e poi affrontarlo. Però non è una cosa che mi tolga il sonno costantemente. Se arriverà sarà come premio per il lavoro svolto.

Che visibilità ha oggi il Cile in Europa, con l’esodo di tanti giocatori e allenatori?
Prima, gli italiani mi chiedevano da dove venissi. Quando dicevo di arrivare dal Cile, mi chiedevano dove si trovasse. Oggi tutti sanno dove stiamo sulla cartina. Abbiamo guadagnato considerazione.

Che ne pensi del momento di Arturo Vidal?
E’ un idolo alla Juventus e se lo è guadagnato con le prestazioni. La sua qualità non è mai stata in discussione. E’ un ragazzo umile, se lo merita. Un esempio.

Ci sono possibilità che tu lasci il Cagliari a breve?
Non ci sono state novità e non me ne aspetto. Sono felice qui nella mia squadra. La stampa ha parlato di un paio di squadre, ma niente di concreto. Non ho la voglia di andarmene.

Tornerai a giocare con la Universidad de Chile?
Mi piacerebbe tanto, e in tempi non troppo lunghi. Se porto a termine il mio contratto con il Cagliari poi torno in Cile, alla Universidad. Sempre che mi vogliano. A 31 anni sarebbe il momento giusto. Sarebbe un sogno che mio figlio mi vedesse giocare con la maglia della U.

 

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