Hanno Detto
Pisacane: «Sono contento della sinergia con la prima squadra. Difficile spiegare le emozioni per la vittoria della Coppa Italia!»
Fabio Pisacane, allenatore del Cagliari Primavera, quest’oggi sarà ospitato in una trasmissione radiofonica per un’intervista in diretta
Fabio Pisacane è reduce dalla vittoria nella finale della Coppa Italia Primavera 2024-2025 ai danni del Milan di Federico Guidi. L’allenatore del Cagliari U 20 oggi sarà l’ospite della settimana per la trasmissione radiofonica di Radiolina “Il Cagliari in diretta” a partire dalle ore 18:30. CagliariNews24 vi riporta le dichiarazioni testuali del tecnico in tempo reale. Le sue parole:
EMOZIONI – «Emozione difficile da spiegare a parole, devo ancora capire cos’abbiamo fatto. Quando ci sono le partite torno a quando giocavo e nel post sono molto arzillo».
PERCEZIONE DELLA VITTORIA – «Ho percepito che se ne parla, anche oggi quando sono uscito di casa me l’hanno fatto notare i vicini. Mi hanno ringraziato ma sono io che devo farlo per quello che mi hanno dato negli anni. Cerco sempre di restituire quello che mi è stato dato».
GRUPPO E MENTALITA’ – «E’ già finito l’attimo di felicità, stiamo già preparando la partita con la Juventus. Dall’11 luglio abbiamo impostato una mentalità vincente che non vuol dire che si debba per forza vincere. Non so ai nastri di partenza quante possibilità avessimo ma la mentalità ci ha fatto portare la coppa a casa, ora pensiamo alla prossima partita!».
SENTIRSI OSPITE – «Mi sento ospite a Cagliari, io vengo da una scuola fatta di valori vecchio stampo. Sono lo stesso che è arrivato qua 10 anni fa, credo che questo mi abbia fatto avere il rispetto della gente ma ci vorrebbe poco a perderlo».
ALLENATORE – «Parlando con voi di recente ho detto che sapevo che avrei smesso presto, da un momento all’altro poteva arrivare la fine e mi sono preparato mentalmente. Quando è arrivato il momento del ritiro ero già pronto, è stato solo il momento in cui è diventato effettivo».
CONSAPEVOLEZZA – «Mi ha colpito il senso di appartenzenza che c’è qui, l’isola ha una mentalità diversa ed i sardi proteggono chi viene da fuori. Lo vedo dai ragazzi nostri per come trattano i ragazzi dello Zambia o della Lettonia, si uniscono e diventano tutti sardi, anche quelli del continente. Mi ha impressionato questa cosa!».
VINCIGUERRA – «Questa terra ti entra dentro e lui è arrivato bambino qua come io quando sono andato al Genova per cui sono molto legato al Genoa. Penso che lui le sue paure le abbia vissute ma con la maglia del Cagliari addosso e questo lo rende orgoglioso per quello che ha reso a questa maglia! Lo bacchetto sempre perchè fa solo gol impossibili, mi fa arrabbiare ma tutti gli allenatori lo vorrebbe avere, ieri ha giocato grazie ad una puntura, l’ho dovuto tenere 15 giorni a riposo e per fortuna che c’è stato. Abbiamo rischiato che non potesse essere della partita».
PRIMA SQUADRA – «Siamo contenti della sinergia con la prima squadra, con Nicola e Barone siamo a stretto contatto e quando possono li chiamano con sè. La coppa scolpisce questa data nella storia del club ma vogliamo portare più giocatori possibile in prima squadra. Se lo riterrà opportuno li chiamerà il mister quando servirà!».
DISCORSO PER CONTINUARE LA STAGIONE – «Facilissimo, domani arrivo al campo con il broncio (ride n.d.r.). Ieri ho parlato ai ragazzi in pullman e nelle gioie siamo stati tutti ragazzi per cui si eccede, gli ho chiesto di godersi il post partita ed oggi li ho lasciati liberi, sicuramente oggi hanno fatto tardi. Gli ho detto che abbiamo sei partite e siamo in volata».
FIGLI – «Dedica? La dedico a mio figlio Andrea perché come dicevo ieri nel post sono stato convocato a scuola perchè in un tema ha parlato della mia assenza, temevo avesse fatto qualcosa di male. Ho spiegato ai professori che sono diventato allenatore per cui devo stare diverso tempo al campo. Lui c’è sempre stato, anche quando ho fatto il primo gol con il Cagliari. A lui piacciono le coppe e gli ho dovuto spiegare perché non ne ho vinte tante, voleva delle coppe individuali. La coppa domani torna nel centro sportivo, oggi era nel mio ufficio».
BARELLA – «Ex compagno per cui nutro rispetto e stima, ha tanto talento e umiltà, sono una famiglia molto umile. Non mi ha soprpreso che sia venuto ieri, l’ho incontrato diverse volte dopo le partite del Cagliari e non si smentisce mai! Giulini gli ha dato la sua medaglia dopo quello che ha detto».
SINGOLI – «Talenti come Barella non so ma per l’umiltà si, il club lo pretende e ci lavora anche tramite noi educatori. In primavera devi far capire le cose ai ragazzi e dirgliele nel modo giusto, loro sono una generazione che ha delle criticità. Questi valori devono partire da noi. Abbiamo buone individualità e valori morali, alcuni rubano l’occhio e possono venire fuori!».
RASTELLI, DI FRANCESCO E RANIERI – «Del primo mi porto l’animo buono anche nei rapporti che cerva di avere, del secondo sembrerà strano ma mi porto tante idee da centrocampo all’attacco, è quello che mi ha lasciato di più. Di Ranieri mi porto la gestione, la tattica, la tecnica, i rapporti instaurati e tante altre cose, l’ho osservato ed ho cercato di prendergli il più possibile e credo di esserci riuscito. Mi ha colpito che ieri mi ha mandato un messaggio, mi fa capire la grandezza della persona che ho conosciuto».
DOPO IL TRIPLICE FISCHIO – «Ringrazio tutti dei complimenti ma quello più bello sarà quello che arriverà più avanti. Dopo il fischio finale ho avuto il segnale di stop, ero molto stanco ed ho pensato a mio padre e alla mia famiglia, a tutti coloro che mi sono stati vicini quando ero demoralizzato da calciatore. La testa mi stava volando a 300 all’ora perché ce l’avevamo fatta».
RICAMBIO – «Alcuni ad una certa ti devono lasciare e devono inserirsi da sotto e per farlo serve tempo, se già erano nel tuo giro viene più facile. Anche l’anno scorson abbiamo fatto un lavoro strepitoso che quest’anno ci ha fatto iniziare la coppa agli ottavi».
SETTORE GIOVANILE – «Il collegamento è importante tra le annate, penso a Pintus che è al Cagliari da quando aveva 4 anni e che è arrivato a vincere una coppa. Il Cagliari ce l’ho tatuato addosso, la frase che ho fatto passare è che il calcio è una fabbrica di illusi, ti illude. Non bisogna mai esaltarsi troppo e al contrario abbattersi eccessivamente! Domani dirò alla squadra che hanno portato su la Sardegna».